Int. a G. Floris - "Illiberale e grigio metterci il bavaglio, non permetterò che su Ballarò cali il silenzio"

Vi sfuggirò nel palinsesto: non è possibile non andare in onda, quindi con il direttore di Rai Tre e con la rete cercheremo spazi, ogni modo per non sparire». Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, l'ha detto subito: troveremo tutti i modi per andare in onda. Ieri sera, come ogni martedì, è in via Teulada. Ma questa volta non dentro lo studio da cui trasmette, ma sul piazzale per la protesta indetta dalla Federazione della Stampa: «E' la manifestazione del mio sindacato, ci sono venuto ben volentieri. Ci ricorderemo di quanto fu piccola questa politica che ha messo il silenziatore all'informazione».
Il Cda Rai ha deliberato la chiusura. Come potrà andare in onda Ballarò?
«Nel regolamento della Vigilanza ci vogliono trasformare in Tribune elettorali nelle fasce di prima e seconda serata. Ma chi l'ha detto che io non possa andare in onda la mattina? Oppure "sbriciolare" Ballarò in varie strisce quotidiane? Insomma, non esiste in nessun paese occidentale che il dibattito politico sparisca prima delle elezioni. Persino in Unione Sovietica si sarebbero messi a ridere. E' un atto grigio e illiberale, lo ha detto anche un liberale vero come il filosofo Dario Antiseri».
Se l'immagina Vespa "sbriciolato" nel palinsesto quotidiano di Rai Uno?
«Noi stiamo cercando delle soluzioni, poi potranno servire anche agli altri. Il punto non è che non sparisca Ballarò, ma che il servizio pubblico sia libero di informare, com'ènella sua natura, e di offrire spazi di discussione. Così invece abbiamo raggiunto il punto più basso».
Pensa che il Cda possa fare marcia indietro?
«Questo regolamento, che è stupido e pieno di contraddizioni, crollerà con la sentenza del Tar sul ricorso presentato da Mediaset e Sky. E, soprattutto, esiste l'articolo 21 della Costituzione: non ci vorrà molto tempo per mostrare che ci si rende impossibile informare e fare giornalismo. Ora si rimpallano le responsabilità: il radicale Beltrandi se la prende con il Cda, questo se la prende con la Vigilanza che dà la colpa ai radicali, è un triangolo infernale, non se ne esce».
Crede che chiudere i talk show fosse l'intenzione di partenza?
«Non entro nelle ragioni del Cda, certo è buffo che si sia diviso sulla linea di demarcazione politica. Preferisco non occuparmene. Ma, vista la figuraccia che faranno di fronte all'opinione pubblica sia il Cda Rai che la Vigilanza, bè... diamoci da fare».
Il Cda ha parlato di recupero delle puntate. È possibile?
«Recupero di che? Non siamo il campionato. Si può parlare del disegno di legge anti corruzione mesi dopo? Non si recupera mai l`informazione persa».
© 2010 L'Unità. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments