Int. a F. Granata - Granata: "Sessanta parlamentari pronti a venire con noi"

«La situazione è oggettivamente grave». Il deputato finiano Fabio Granata non nasconde la gravità del momento nel Pdl. «Fini - spiega - ha parlato con franchezza a Berlusconi: il Pdl è un progetto comune, ma non è possibile delegarlo a un appiattimento sulla Lega. Si sono dati 48 ore per riflettere: la richiesta è chiara e non può essere elusa da parte del premier con una generica rassicurazione. Se Fini non trova modo per incidere sulla linea del governo, allora l’unica arma è tornare a un’autonomia in Parlamento, gruppi che ci lascino le mani libere su alcuni temi per fare da contrappeso alla Lega».
Ma quanti potreste essere a fare parte di questi gruppi?
«Se si arriverà a questo punto si parte da 40-45 deputati e 15-18 senatori. Ma io vorrei fosse chiara una cosa: An aveva il 13-15%, nel 2007 portò in piazza un milione di persone vere, mica come a San Giovanni che erano 150 mila. Questa comunità, nobile e antica, è stata donata al progetto del Pdl. Perché Fini non dovrebbe chiedere il rispetto delle nostre idee, della nostra impostazione? E se pensano di intimidirci dicendo che Gianfranco deve abbandonare la presidenza della Camera, allora si rompe un progetto di maggioranza».
Addirittura, guardi che pare che Berlusconi abbia detto proprio questo...
«So che la frase è stata smentita, io spero davvero che non sia mai stata pronunciata. Perché noi non mettiamo in dubbio il governo né la premiership di Berlusconi, ma se qualcuno afferma che Fini allora dovrebbe dimettersi da presidente della Camera, ripeto, si rompe un patto politico e a quel punto abbiamo tutti le mani libere».
Si dice anche che la minaccia sia: «Se fate i vostri gruppi parlamentari, uscite dal Pdl»...
«E’ strano che qualcuno possa espellere qualcun altro: noi non abbiamo sottoscritto un’adesione al Pdl, noi l’abbiamo cofondato. L’idea di espellere qualcuno implica una sorta di suggestione psicologica, An annessa nel Pdl da Forza Italia, che hanno alcuni ex colonnelli di An. Ma ho l’impressione che per loro fosse così prima ancora che si sciogliesse An».
Non teme che un’iniziativa simile sia un danno per tutto il centrodestra? Il presidente Schifani già dice che si rischia di tornare al voto.
«Vedo che c’è un fuoco di fila di dichiarazioni che non aiutano la ricomposizione. Fini non ha mai messo in discussione il governo, ma l’equilibrio del governo. Siamo consapevoli che tutti si devono assumere delle responsabilità: i problemi che poniamo sono politici, sulla fisionomia che deve avere il Pdl, alleato ma distinto dalla Lega».
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