Int. a Emma Bonino - Bonino rassicura il Pd: "Resto candidata ma continuo il digiuno"

Dalla Rassegna stampa

Emma Bonino non abbandona la campagna elettorale per il Lazio. Anzi: rivendica un rapporto mai così buono con il Pd, grazie a Bersani. Ma la leader radicale non ha alcuna intenzione di fermare lo sciopero della sete e della fame. Ieri ha risposto a più di 300 messaggi nel videoforum di Repubblica Tv, con la consueta determinazione nonostante non mangi e non beva da lunedì sera.

Il suo slogan elettorale è "Ti puoi fidare". Resta in corsa per il Lazio, o bisogna dar retta a Pannella quando ipotizza un suo ritiro?
«La battaglia per la raccolta delle firme per me è un problema di coscienza. Dopodiché so che
entrano in gioco altre responsabilità, gli impegni che ho preso, il fatto di non correre da soli. Il mio sciopero non vuol essere una minaccia per nessuno».

Ma così lei si comporta più da leader di partito che da guida di una coalizione.
«Con tutto il rispetto, per me non c`è solo il Lazio. Noi Radicali siamo una formazione piccola, anomala, ma nazionale e antica. Da leader nazionale mi pongo il problema della presentazione delle liste del mio partito».

Comunque, non si sfila
«Ci tengo agli impegni. E vero, faccio difficoltà adire di si, mapoi quando li prendo, li onoro. Qualche prova l'abbiamo data, noi Radicali, o no? O a 60 anni devo ancora stare qui a fare giurin-giurello?».

Le è mancato un sostegno da parte del Pd?
«Di quale Pd parliamo? E' vero, alcuni non hanno visto di buon occhio l'appoggio che è arrivato da Bersani. Con la nuova segreteria del Pd c`è finalmente un rapporto chiaro, di rispetto. E la prima volta che accade. Ed è una grande novità».

Non tutto il Pd però la pensa così

«Invece devo dire che in giro, dai mercati alla provincia, l'impegno e l'entusiasmo dei militanti
democratici sono un patrimonio importante. Il Pd non è solo Rosy Bindi, ma anche le tante persone sconosciute che stanno in silenzio».

Proprio la Bindi le ha chiesto di concentrarsi di più sulla campagna elettorale.
«Ma io faccio campagna elettorale. Incontro tutti, dagli agricoltori ai disabili. Sono stata a  Fondi, Viterbo, Rieti, Frosinone, ovunque. La faccio anche con lo sciopero della fame. Le due cose vannoinsieme. Senza legalità anche il nostro magnifico programma rischia di essere travolto».

Ma comportandosi da Radicali non si consegna la vittoria alla Polverini?
«Molti cittadini perbene del centrodestra possono sentire questa battaglia come una cosa loro. Sono confusi dalle mille promesse non mantenute, dalla retorica del fare che si riduce a malaffare. La sete di legalità è di tutti».

Lo sciopero della fame non è un modo vecchio di fare politica?

«Se avete altre idee per contrastare l'arroganzadel Governo, ditele».

Sul regolamento della par condicio, si sono sollevati tutti.
«Meglio le sfide tra candidati governatori che i soliti ospiti di Ballarò. E poi forse così eviteremo
la solita scena in cui Berlusconi, a pochi giorni dal voto e a reti unificate, annuncia il programma per gli italiani».

Dario Franceschini ha detto che non l`avrebbe candidata. Lei rappresenta una minaccia per i moderati cattolici?
«Quello del voto cattolico è un evergreeen del politichese. I cattolici non sono un pacco di voti
che si sposta. Chi ha una fede poi sceglie in base a programmi, persone
e idee. Comunque Franceschini se aveva un candidato lo poteva anche dire».
 

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