Int. a D. Serracchiani - "La Lega sa innovare, impariamo. Carfagna? Brava anche da Ministro"

«Forse la vocazione maggioritaria era un termine brutto. Ma va riconosciuto che almeno Veltroni aveva fatto sognare il paese, ci aveva raccontato una storia...». Morale della favola? «La collegialità non può più essere solo una questione di "forma", com’è stato fino ad ora. Bersani deve consentire a tutto il partito di poter parlare e dare a ciascuno un compito». Suggerimenti? «Al Pd serve una conferenza programmatica». Pillole del Debora Serracchiani pensiero. L’intervista dell’europarlarnentare democrat al Riformista inizia però con una sola parola: «Sconfitta». Le elezioni, infatti, «le abbiamo perse».
Bersani non è dello stesso avviso.
Mi spiace dirlo ma credo che nascondere la sconfitta dietro altre formule ci renda poco simpatici di fronte a un’opinione pubblica che ha capito perfettamente come sono andate le regionali.
Bersani bocciato in comunicazione?
Devo essere sincera: mi sono piaciute le cose che ha detto Bersani in campagna elettorale. Altra cosa è il linguaggio. Il segretario deve darci più emozioni... Il problema è sempre lo stesso: un centrosinistra che non sa comunicare nemmeno le cose buone che fa e che propone.
E intanto la Lega trionfa.
Vede, parliamo da sempre di «innovazione» e «radicamento». La Lega su questo fronte ci ha dato una grande lezione. E non si tratta solo di Zaia e Cota. Ovunque il Carroccio ha candidato e fatto eleggere nei consigli regionali e comunali personalità nuove, gente normale che parla e pensa come gli elettori. Una strategia coraggiosa, non c’è che dire. E infatti quel partito si sta espandendo geograficamente sempre più a sud.
Al contrario del suo partito, che non è riuscito eleggere neanche le sue donne. Su 186 consiglieri eletti, 163 sono uomini. «Al Pd non piace la gnocca», titola Libero.
Il problema non è candidare le donne. Ma lavorare per farle eleggere.
Come ha fatto il Pdl, che ha fatto brillare la stella di Mara Carfagna in versione «miss preferenza»?
Secondo me, a prescindere dalle cose che fa, la Carfagna è stata davvero brava a costruirsi un’ottima immagine. Soprattutto per quello che fa al ministero.
E torniamo al Pd. Bersani è accerchiato?
Non direi. Il segretario ha vinto democraticamente le assise e nessuno può impedirgli di lavorare. Però Bersani dovrebbe capire che il congresso è finito, lavorare a una gestione collegiale «vera» e assumersi la responsabilità della sintesi. Per farlo deve ascoltare e dare ti, non solo chi l’ha sostenuto. Attenzione: quest’operazione non deve ridursi, com’è stato finora, a decisioni di pura forma. Non è una questione di due posti in più o in meno in segreteria...
E di che cosa, mi scusi?
Il partito deve avviare una discussione franca al suo interno. Una bella conferenza programmatica, ecco che cosa ci vuole.
Regionali 2010: chi promuove?
Vendola, ma non è una novità. E anche la Bresso, che ha giocato bene la sua partita fino alla fine.
Bocciati?
Diciamo che è stato un peccato perdere il Lazio.
Quindi la Bonino...
Ripeto: m’è dispiaciuto perdere il Lazio.
Lo vuol dare un voto a Bersani?
Lo studente si applica ma... Facciamo finta che il quadrimestre non sia finito. Bersani dev’essere capace di far sognare il Paese, di raccontare «una storia» agli elettori. Come aveva fatto Veltroni, che infatti aveva preso più del 33 per cento. Partiamo dalle cose che il Pd ha nel suo dna: bipolarismo e primarie su tutte. E da lì rincominciamo a lavorare tutti insieme.
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