Int. a D. Cohn Bendit - “L'addio all'atomo è un dovere civile”

Dalla Rassegna stampa

«Col nucleare la sicurezza assoluta non esiste. Il dramma giapponese è la tragica conferma che l'addio all'atomo civile è un dovere dell'umanità verso le generazioni future». Così dice Daniel Cohn-Bendit, eurodeputato e leader dei Verdi europei.
Arriverà un ripensamento radicale in Europa?
«Non lo so, purtroppo. Ma è il dibattito decisivo: perché l'umanità deve correre questo rischio? La certezza è che l'uomo non può governare completamente la natura. Il Giappone aveva la tecnologia di sicurezza più sviluppata. In Italia, in Francia, la sicurezza assoluta non esiste. Dobbiamo uscire dal nucleare. È difficile, è un processo lungo, ma non possiamo permetterci di lasciare alle prossime generazioni un mondo col nucleare civile».
Quanto pesa la lobby nucleare?
«È forte anche lo shock che ora ha scosso la società civile. Molti mi chiedono se non sia opportunismo parlare del problema davanti alla catastrofe nipponica, io rispondo che non è opportunismo, è opportuno. La realtà ci costringe a ripensare, a discutere. Non con pretese d'aver ragione, ma con senso di responsabilità verso il futuro».
E in Italia?
«Conoscendo il rischio terremoti in Italia, sarebbe un crimine da voi tornare al nucleare. Ma sono sconcertato e desolato davanti all'assenza o debolezza di voci ecologiche e di sinistra per un uso più efficiente dell'energia in Italia. Ovunque, il problema non è sottosviluppo tecnologico come a Cernobyl: anche con la tecnologia più moderna, come in Giappone, insisto, la sicurezza al 100 per cento non esiste. Senza parlare del problema dello stoccaggio delle scorie nucleari. Lanciando il dibattito c'è la chance di vincere».
Occorre imparare a consumare meno?
«No, bisogna usare l'energia in modo più efficiente, costruire case che consumino meno energia, occorre un ripensamento di tutto il modo di vivere».

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