Int. a C. Mineo - Raitre rinuncia al suo caffè (senza ragioni)

"No grazie, il caffè mi rende nervoso". Ricorda un vecchio film con Lello Arena e Massimo Troisi la scelta di viale Mazzini di cancellare dal palinsesto di Raitre la trasmissione condotta ogni mattina da Corradino Mineo. Per chi non ha mai acceso la televisione dalle 7 alle 9, Il Caffè è una rassegna stampa diversa rispetto alle altre perché non si limita ai principali quotidiani nazionali ma fa riferimento a un bacino molto vasto di testate. Giornali locali, quotidiani di partito, organi di cooperative, messi tutti sullo stesso piano. Ma anche media e servizi internazionali. Un’operazione di informazione completa, che non si ferma quindi ai soliti noti. Allo stesso modo non si ferma alle solite facce l’intervista all’ospite di turno (politico
o giornalista) effettuata con criteri rigorosamente bipartisan nello spirito di un autentico servizio pubblico. Un dato confermato dal fatto che negli ultimi tre anni, Rainews24 non è mai stata oggetto di censure o provvedimenti da parte delle autorità che presiedono alla correttezza e al pluralismo dell’informazione.
Ma da ieri Il Caffè non è più visibile su Rai tre. Chi vorrà vederlo dovrà cercare Rainews24 sul digitale terrestre o sul satellite.
Direttore Mineo perché la sua trasmissione è stata sfrattata da Raitre?
Sinceramente ancora non l’ho capito. L’ho saputo un mese fa. Ho chiesto al direttore generale di avere chiarimenti. Mi ha detto: mi informo e ti richiamo. Sto ancora aspettando.
È un problema di ascolti?
Quello sicuramente no. In quello spazio Raitre aveva il cinque per cento di share ora siamo al dieci. Ascolti raddoppiati, sfido chi arriverà dopo a fare di meglio.
Un problema di costi?
Nemmeno. Siamo a costo zero. Il programma che ha preso il nostro posto, dedicato all’informazione regionale, ha numerosi collegamenti. Presumo che necessariamente venga a costare molto di più.
Allora verrebbe da pensare sia una questione politica...
Escludo anche questo. Se mi volevano far fuori mi levavano direttamente la direzione della rete. Il problema è un altro.
Quale?
In questa maniera si elimina dai palinsesti un altro programma di informazione. Nella fascia della mattina la Rai produce solo l’informazione del Tg1 e l’informazione regionale. Punto.
Davvero poco per il servizio pubblico. Possibile che non le abbiano dato una spiegazione?
Mi è stato detto che Rainews24 è un canale che ha raggiunto la sua maturità e che non ha più bisogno di avere una vetrina su Raitre. Ma io non sono d’accordo: il passaggio al digitale terrestre è tutt’altro che completato e non capisco le ragioni di tanta fretta. Lo spostamento riduce pesantemente la visibilità del canale.
Lei è stato corrispondente per la Rai da Parigi e da New York, paragoni tra quei modelli d’informazione e i nostri?
Impossibile farne. Nessun Paese è in una transizione continua come il nostro. I prodotti editoriali non sono commensurabili.
C’è qualcosa di quelle esperienze che ha cercato di trasfondere nella sua rubrica?
Ci ho provato. Prima di tutto ho trasposto l’attitudine a non dare per scontate le notizie, mettendo sempre a confronto i diversi pareri. In qualsiasi parte del mondo l’informazione è l’incontro di diversi punti di vista. E poi ho cercato di dedicare un attenzione particolare ai fatti internazionali anche quando non erano ancora presenti sui nostri giornali. Faccio l’esempio recente dello scandalo pedofilia nella Chiesa, Ne avevamo parlato citando i media stranieri, almeno un mese prima che la notizia rimbalzasse sui nostri giornali.
La sua rete è partita avendo come modello ambizioso la Cnn, poi che cosa è successo?
Senza mezzi è difficile lavorare. Prendiamo il concorrente principale nelle all news che è Sky. Ha i suoi
studi, può trovare interviste dove e quando vuole. Vuole sapere come sto messo io? Se volessi fare un intervento alle 20, non potrei. Non abbiamo possibilità di fare un collegamento perché la Rai non ce li dà: sono tutti presi dai tg. Non abbiamo neppure accesso agli operatori di ripresa. Siamo una piccola televisione priva di mezzi.
Ma la notte del terremoto dell’Aquila siete stati gli unici a fare una diretta continua, un autentico servizio pubblico...
Con sforzi enormi. Non sa quanti problemi ho avuto per avere le immagini trasmesse nell’immediato.
Stavano transitando dalla sede dell’Aquila a quella di Pescara e per averle le ho letteralmente rubate.
Sono stato criticato per questo. Siamoun modello di informazione ma allo stesso tempo a viale Mazzini siamo un’enclave mal sopportata.
E L’altra notte Marco Pannella nella sua diretta su Radio Radicale l’ha citata come modello di informazione corretta: «Corradino Mineo mi invita spesso e prima o poi gliela faranno pagare...))
Una battuta simpatica, ma le ripeto, non vedo ragioni politiche. In trasmissione ho avuto ospiti di tutti gli
schieramenti, senza preclusioni: da Bersani a Vendola a Bonaiuti. Non credo alla storia del mandante politico, qualora ci fosse stato sarei stato sostituto da mesi.
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