Int. a C. Gallini - "Tanti lo fanno? E' solo un modo per autoassolversi"

Lo scandalo si allarga alla Polonia, tira in ballo la Germania e non risparmia la cattolicissima Spagna. Mentre l'ira di dio torna ad abbattersi su Sodoma e Gomorra, il cardinal Bertone si affida cristianamente a uno «speciale aiuto dall'alto». Tocca dunque al sempreverde Ruini intervenire nel merito (politico) della questione: giusto denunciare e punire i reati di pedofilia soprattutto se commessi da sacerdoti, sbagliato chiamare in causa il papa, necessario porre fine a questa campagna diffamatoria e riconoscere che queste «deviazioni legate alla sessualità» accompagnano la storia dell'umanità. Ne parliamo con Clara Gallini.
Santa Sede e Vaticano dicono che la pedofilia è ovunque.
La chiesa si limiti a guardare i modi in cui lei stessa l'ha esercitata e ad assumersene la responsabilità. In una situazione di potere non controllato puoi permetterti tutto sui più deboli. E' col «suo» potere che la chiesa dovrebbe fare i conti.
In tanti lo fanno, dicono, perché accanirsi contro di noi?
«Tanti lo fanno» è un modo per assolversi riferendosi a un concetto vago di umanità. Si evita di studiare le condizioni al cui interno si esercita la pedofilia. La pedofilia obbliga ad analizzare e denunciare le condizioni in cui ci si trova quasi autorizzati a compiere quelle azioni. In un'istituzione religiosa come altrove. Certo si tratta di pedofilie diverse e diversamente legittimate nel sociale.
Stai dicendo che ha ragione il Vaticano quando denuncia una campagna diffamatoria nei suoi confronti?
Dico che da un lato resta il tema della doppia morale, tipica dei gesuiti e più in generale dell'insegnamento cattolico, per cui puoi fare cose di nascosto ma non in pubblico. Vivere nella doppia morale ha indotto i «fedeli» non certo a essere pedofili ma a giocare col «comportamento nascosto». In fondo nemmeno Berlusconi su questo ha una doppia morale.
Sì ma dall'altro punto di vista?
All'accusa di pedofilia non fa da contraltare nessuna analisi accurata sui nodi cruciali che affliggono la chiesa. Come istituzione e come pensiero.
Le denunce riguardano fatti accaduti tra gli anni '50 e '60 ma lo scandalo scoppia adesso. Perché?
Gli scandali esplodono quanto più la chiesa si espone alla visibilità - e la chiesa vuole essere visibile - pretendendo di esercitare il suo magistero sul piano sociale e politico.
Ruini ha tirato in ballo anche Nietzsche...il cristianesimo che non va combattuto sul piano della verità ma sull'assenza del piacere.
Ancora? Mi sembra di tornare agli anni'20: i riferimenti astratti e demonizzanti alla complessità del pensiero di Nietzsche sono il sintomo di un'estrema povertà culturale. E poi, comunque, a me il problema del piacere o del non piacere dei preti non interessa.
Tutta colpa della liberazione sessuale, dice sempre Ruini.
Un riferimento senza capo né coda da connettersi semplicemente con la pretesa da parte della chiesa di controllare i comportamenti sessuali. Degli altri naturalmente, non di sé.
© 2010 Il Manifesto. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments