Int. a E. Bonino - «Una metropoli ecologista e laica»

Ed ora tocca anche ai Radicali cercare di mettere un punto e a capo e tornare ad un modo diverso di governare la città. Una scelta non tradizionale per loro presentarsi alla contesa amministrativa. Ma che hanno fatto scegliendo di appoggiare proprio Pisapia, convinti che l'alternativa sia vera e realizzabile. La strategia radicale per andare oltre la politica degli slogan e riportare Milano al passo con l'Europa parte, ovviamente, dalla legalità, come ci spiega Emma Bonino, candidata insieme a Cappato e Pannella nel capoluogo lombardo. «La prima cosa è il rispetto delle regole. La truffa elettorale sulle liste di Formigoni della coalizione Pdl più Lega ha mostrato la natura da veri "impuniti" di un sistema di potere milanese lombardo che, per legittimarsi, si aggrappa alle paure della gente, a identità artificiali - la “Padanià” che non esiste, inni, bandiere e ricorrenze spesso inventate a tavolino - per giustificare il fallimento di un federalismo burocratico e statalista e il tradimento della tanto sbandierata rivoluzione liberale. L'alternativa che serve è quella del federalismo europeo, della laicità e, in particolare, della trasformazione ecologica della città, come chiesto dalla campagna referendaria su Milano ideata da Marco Cappato, e sulla quale abbiamo raccolto con altri circa 24mila firme!».
Milano, come altre realtà della Lombardia, sembrano sempre di più "città private", dove pochi gruppi controllano sia l'economia, che, in negativo i traffici illeciti. Nei cittadini la percezione di una città insicura è sempre più forte. Non crede che serva innanzi tutto una rivoluzione culturale?Serve la rivoluzione delle regole. Mia madre diceva che la buona educazione è rivoluzionaria. In Lombardia, cuore economico del Paese, la vera rivoluzione sarebbe che lo Stato si occupasse di garantire le regole del libero mercato, e il welfare per chi ne ha bisogno. Per farlo, bisogna anche contrastare una rete clientelare che si è estesa come una piovra sui grandi affari dell'Expo e del piano di governo del territorio che, in modo del tutto assurdo, prevede 400mila abitanti in più in una città già sovrappopolata. La rete di Comunione e liberazione e Compagnia delle Opere, con i loro agganci nel mondo delle cooperative e nelle holding alla "Infrastrutture lombarde", con i loro nominati nei vari consigli d'amministrazione, vanno contrastati con l'arma della trasparenza. Per questo diciamo: anagrafe pubblica degli appalti, degli eletti e dei nominati, e divieto di cumuli di cariche e di stipendi. Per far ripartire il motore di Milano bisogna liberare le energie positive della città: favorire l'imprenditoria femminile che è motore di cambiamento anche sociale, ripartire dalla cultura da anni ferma al palo e ricreare finalmente liberi spazi di aggregazione per i giovani. Quali sono le proposte con cui si presenta alle prossime elezioni amministrative?
Quali strumenti faranno adottare i Radicali, una volta eletti in Comune, per favorire una Milano più laica e più aperta? Come porteranno la propria battaglia per la legalità, per avere una sanità e un'assistenza più laiche anche in Comune?
La religione non deve più essere utilizzata come strumento di potere sui corpi e sulla politica, come fa Formigoni quando dice che non consentirà mai che una struttura sanitaria lombarda autorizzi la sospensione della nutrizione forzata - un diritto riconosciuto da una sentenza della Cassazione - oppure quando in Lombardia si pongono limiti illegali all'aborto, con il risultato di favorire quello clandestino...Noi cerchiamo semplicemente di attivare diritti: i registri comunali del testamento biologico e delle unioni civili; l'assistenza ai cittadini tossicodipendenti contro la droga di mafia e di strada; l'informazione sessuale, la lotta alle violenze domestiche e alle mutilazioni genitali femminili nelle comunità che ancora le praticano. La laicità è la vera arma di integrazione, invece dei proclami impotenti degli slogan razzisti, di chi grida "fuori dalle balle" e poi, con la coda tra le gambe, firma 20mila permessi di soggiorno.
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