Int. a E. Bonino - Bonino: i nostri successi splendidi e irripetibili

Ma insomma, Emma Bonino, non vi viene più l'acquolina in bocca solo a sentire la parola referendum?
«Non è vero che non ci siamo. Non abbiamo raccolto le firme, è vero, ma tifiamo perché si voti».
In altri tempi vi sareste scatenati.
«Il referendum, come istituto costituzionale, è stato massacrato. Abbiamo capito che non siamo in grado di fare tutto da soli. Tanto per dirne una, non è mica facile trovare due milioni di euro per raccogliere le firme».
«Be', ce n'è di che. Nel 2000 abbiamo preso una mazzata. Anzi, non l'abbiamo presa noi, ma il referendum come istituto costituzionale».
«Un massacro. Il referendum, come istituto, è diventato inagibile. Non c'è sicurezza nella giurisprudenza che decide quali referendum sono ammissibili e quali no. Anche se la Costituzione lo dice con chiarezza. Non si possono sottoporre a referendum leggi tributarie, trattati internazionali e amnistie o indulti. Le altre invece sì».
«Ah be, quello poi... Boicottato con ogni mezzo. La campagna astensionista della Chiesa e dei partiti era stata asfissiante».
E infatti niente quorum nemmeno lì. Però oggi siete molto defilati. Perché?
«Macché defilati. Se c'è qualcuno che ha smosso la commissione parlamentare di vigilanza Rai è Marco Beltrandi e Pannella è al trentesimo giorno di sciopero della fame in nome della legalità e del diritto all'informazione».
«A fare che? Una campagna referendaria che non ci sarà?».
Il referendum è defunto?
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