Int. a I. Bocchino - "Siamo pronti alla conta nel partito. Bossi ci sta drenando tutto i voti"

State per salpare verso una nuova avventura politica, onorevole Italo Bocchino? E lo strappo annunciato?
«Ci siamo limitati a porre alcune questioni politiche al premier. Attendiamo risposta e invochiamo discontinuità. Diversamente, daremo vita al gruppo del Pdl Italia, comunque in sostegno del governo e parte integrante di questa maggioranza».
Ecco, chiedete discontinuità. Ma su cosa?
«Primo: il Pdl pesa dentro la maggioranza in misura inversamente proporzionale ai voti che ha. L’esatto contrario della Lega. Secondo: abbiamo espresso una politica economico-sociale poco incisiva, soprattutto nel Mezzogiorno, ancora Cenerentola d’Italia benché lì siamo fortissimi. Terzo: al Nord la coalizione è nettamente a trazione leghista, con conseguente drenaggio di voti a beneficio del Carroccio. Detto ciò, è evidente che i problemi sono riconducibili molto al Pdl in quanto partito, per come si è organizzato e come si è mosso in questo anno».
La famosa deriva «monarchica» di Berlusconi, dietro la vostra scelta?
«Più che di deriva monarchica, parliamo di un partito in cui non si è mai riunitala direzione nazionale, in cui l’ufficio di presidenza viene convocato poco e spesso in modo informale, alla presenza di persone che non ne fanno parte. Un partito vero deve fare funzionare i suoi organismi, deve discutere al proprio interno, deve affrontare i problemi, sciogliere i nodi».
Il presidente del Senato Schifani sostiene che quando una maggioranza si divide, non resta che il voto. State scatenando una crisi?
«Ma quale crisi? Davvero irrituale questa dichiarazione della seconda carica dello Stato, proprio per il ruolo che ricopre. Gli ricordiamo che la Costituzione sancisce che in Italia si sciolgono le Camere su iniziativa del capo dello Stato e quando al governo viene a mancare la maggioranza. Ma, come ha ripetuto ieri Fini, noi mai faremo mancare un voto alla maggioranza».
Mai su nulla? Allora che senso il nuovo gruppo autonomo?
«Alt. Mai, su tutte le questioni che rientrano nel programma di governo».
Giustizia? Sosterrete la riforma berlusconiana? E le intercettazioni?
«Verificheremo quel che rientra nei programmi e quel che non vi rientra. In questo secondo caso, valuteremo caso per caso».
Qualche altro esempio?
«Nel programma c’è l’abolizione delle province? Bene. Abbiamo un impegno da rispettare con i nostri elettori, anche se la Lega nel frattempo ha cambiato idea. Così su altro».
Quanto ha pesato il logoramento quotidiano della stampa berlusconiana contro Fini?
«Il cecchinaggio quotidiano non ha alcun valore in sé, nella misura in cui i giornali sono liberi di scrivere quel che vogliono. Quello a cui abbiamo dato peso è stata la mancanza di rispetto, da parte dei giornali pagati dal premier, nei confronti del cofondatore del Pdl. Francamente inaccettabile».
Onorevole Bocchino, ma quanti siete?A sentire i berlusconiani davvero poche decine.
«Falso problema, quello dei numeri. Tipico di chi non vuole ragionare di politica. Se pure fosse il solo, il problema politico ci sarebbe tutto, ugualmente. Siamo il doppio rispetto a quanto sostengono. E la conta, se occorre, si farà».
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