"Instanbul non è un'altra primavera"

Piazza Taksim a Istanbul non è piazza Tahrir al Cairo. Sgombera il campo da dubbi, «visioni offuscate» e «modelli ingannevoli» il ministro degli Esteri Emma Bonino, dichiarando che «i turchi non sono arabi», e in Turchia non è in atto una nuova primavera araba. Semmai, le proteste che da giorni stanno scuotendo Ankara, Istanbul e altre città ricordano le piazze europee e quelle americane di Occupy Wall Street. A un legame tra Ankara e l’Europa, infatti, l’Italia continua a credere, anche in questi momenti di crisi per la democrazia turca, sottoposta al primo vero «esame di maturità», perché sostenere l’adesione del Paese non può che avere un effetto benefico sulla dinamica politica. Privi di una regia, con i militari assenti e l’opposizione incapace di offrire un’alternativa valida, ha detto il ministro degli Esteri, i manifestanti sono «espressione di un’anima della società desiderosa di uno stile di governo meno paternalistico» di quello mostrato dal premier Recep Tayyip Erdogan: «L’uso sproporzionato della forza da parte della polizia non è mai una risposta accettabile», ha detto Emma Bonino.
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