Informazione, la guerra si può vincere

Mai notte bianca fu nera come quella dedicata da organizzazioni rappresentative della rete, dei media e della stampa fra il tramonto di martedì 5 luglio e l'alba di ieri, mercoledì 6. Aveva diluviato e Roma era rimasta nera anche a mezzogiorno. Poiché ieri l'Agcom aveva in programma un provvedimento di salvaguardia dei diritti d'autore sulla rete, nel timore che esso si trasformasse in provvedimento limitativo della libertà dei siti, centinaia di persone si sono raccolte nella Domus Quattro Fontane: inizialmente tutte imbavagliate di bianco, mentre ieri la contestazione è proseguita in via del Seminario, con i cappucci neri del Kkk a simboleggiare le massonerie della P2, della P4, della cosca Delta, e ogni altra "sigla" attraverso cui si cerca di perseguire l'ammutolimento dell'informazione, a favore del potere politico.
Gli incappucciati della Frisi chiedevano al parlamento di vigilare sui fattacci della Rai (molti parlamentari, soprattutto del Fli, Granata, Perina, Briguglio, Bonino, e altri erano stati alla Domus Quattro Fontane). Scriveva a inizio settimana il Corriere della Sera, «La libertà di stampa non ha partito»; e se la prendeva con la tutela unilaterale dell'articolo 21, la sinistra lo difende contro le prevaricazioni della destra, la destra contro il corporativismo della sinistra, dimenticando che se la Costituzione ha un punto di chiarezza «smagliante» è proprio quell'articolo 21 «come valore irrinunciabile di una democrazia liberale. Liberale, appunto. Parola ormai in disuso, purtroppo». Di ciò compiaciuto, Lib si compiace anche della «Caccia ai dirigenti infedeli che volevano demolire la Rai» per favorire la concorrenza, di cui parlano tutti e in particolare l'Unità (augurissimi al nuovo direttore Claudio Sardo), riferendo dell'indagine interna di Lorenza Lei. Oggi poi il cda Rai «dovrà risolvere vari nodi: dal recupero di Annunziata a quello di Santoro, dalla garanzia della tutela legale per Gabanelli al contratto di Fazio». Cioè le cose importanti, che i franchi tiratori hanno tentato fino all'ultimo di distruggere. Mentre le associazioni dei consumatori di Lannuti (Adusbef) e Trefiletti (Federconsumatori) si preparano a una class action per i danni provocati alla Rai e ai suoi abbonati dalla "struttura piduista", come la definiscono Articolo 21 e Repubblica, o «associazione a delinquere» come la chiama Leoluca Orlando. Così la società che si difende vince, lo dimostrano i primi mesi del 2011: dalla mobilitazione delle donne a quella della comunicazione, agli elettori delle grandi città ai quattro referendum stravinti. E al ritiro dell'emendamento Fininvest nella manovra fiscale, che ha già distrutto la credibilità di Alfano e che il Quirinale non avrebbe mai avallato.
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