Gli increduli del "canone speciale"

Passata l'ebbrezza della diretta, premiata la vincitrice, insomma alla fine della fiera, si scopre che la principale grana scaturita da Sanremo per la Rai e per il governo non è dovuta né agli sproloqui di Celentano né alla farfalla di Belen.
Il diavolo, come al solito, si è annidato nei dettagli, ovvero nei noiosi spot che invitavano a pagare il canone Rai. Si parlava anche di un non meglio precisato "canone speciale". Alcuni imprenditori già sapevano di che si tratta, ora la polemica anzi, secondo lo spirito del tempo, l'indignazione dilaga in rete. In parole povere, come denuncia l'associazione "rete imprese" sono già arrivate in alcune aziende ingiunzioni della Rai per il pagamento del canone per ogni computer, tablet o addirittura smart-phone in forza all'azienda.
Si può arrivare a migliaia di euro sulla base di un regio decreto del 1938 su cui si basa il canone Rai per definire gli strumenti atti alla ricezione radio.
Il criterio, con questa logica, può essere esteso ai singoli cittadini. Le reazioni sono fra l'incredulo e l'inviperito. Fioccano le interrogazioni parlamentari, al Senato i soliti radicali sono stati i primi. Il governo dovrà per forza rispondere, visto che la Rai è un'azienda di stato. La domanda è duplice: è così che si intende sostenere l'informatizzazione del paese ? O così si vogliono tappare i buchi del bilancio della Rai? Prima smentiscono meglio è.
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