Impariamo a far politica dal professor Clint Eastwood

Dalla Rassegna stampa

Come va “Hereafter”di Clint Eastwood? A tre settimane dal debutto resiste bene in prima visione. Certo, non può competere con le puttanate italiote di Albanese e Zalone, ma il miglior critico del mondo,cioè il passaparola sta lavorando alacremente a suo favore. Ancora una volta, comunque, Clint spiazza i suoi ammiratori, specie quelli di sinistra. Che l’avevano entusiasticamente arruolato tra i loro quando Clint in “Million dollar baby” sembrava aver portato un sostanzioso contributo alla causa dell’eutanasia (per i radicali era diventato il film cult). Balle. Puttanate di un paese che continua a voler dividere il mondo in destra e sinistra come se questi termini avessero lo stesso significato di quarant’anni fa. Con "Hereafter", Clint pare aver virato nuovamente a destra mostrando eroi che credono tutti alla vita oltre la morte. In realtà l’ideologia di Clint travalica gli schieramenti tradizionali (pur essendo a rigore la più vecchia e tradizionale di tutte). Eastwood, come uno dei suoi maestri, John Ford, ha deciso da tempo (non da sempre) di stare “dalla parte dell’uomo” di “fare la cosa giusta” in ogni circostanza. Ford fece fare la cosa giusta a John Wayne nel finale di “Sentieri Selvaggi” (dove il razzismo si piega ai moti del cuore).
 
Clint uccise Hilary Swank in “Million dollar baby”perché quella era la cosa da fare, però mai e poi mai avrebbe teorizzato sulla “dolce morte” da dare sempre e comunque. Clint è stato spesso incasellato come regista “patriottico” e reaganiano (“Gunny”) ma è l’unico autore americano che sia riuscito a guardare la guerra dall’ottica del nemico (“Lettere da jiwo jima”). Dicono tutti i suoi ammiratori (di ogni schieramento) che Clint in ogni suo film dà lezioni di come si fa il cinema. Noi andiamo oltre. Ogni film è una lezione su come essere uomini.

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