Immunità parlamentare in cambio del passo indietro

Dalla Rassegna stampa

Silvio Berlusconi continua a scavare la sua trincea sapendo che la partita vera si giocherà a fine aprile quando si chiuderà la "finestra elettorale" e il processo sul sexy-gate entrerà nel vivo. Una coincidenza che rende ancor più impervio il lavoro dei legali del Cavaliere che oggi si ritroveranno tra Milano ed Arcore per mettere assieme le strategie che dovrebbero permettere di bloccare il processo-Ruby o quanto meno di rinviarlo. Sopra i "sacchi di sabbia" che il premier affastella in questi giorni si legge "riforma della giustizia", "intercettazioni, "processo breve", "allargamento della maggioranza", "riforma della Consulta" e, ultimo in ordine di tempo, "responsabilità del Quirinale". Tutti argomenti necessari al Cavaliere per tenere compatta la maggioranza - malgrado le contorsioni della Lega - e avvisare le forze politiche e istituzionali che se sarà guerra «non ci saranno prigionieri», per dirla con Cesare Previti.
 
I toni usati dal Cavaliere nel fine settimana, sono stati duri e sprezzanti. L'avvertimento del premier è suonato chiaro e reso politicamente fruibile da Giuliano Ferrara che ieri sulle colonne de "Il Giornale" invita Bersani a prendere le distanze dalla «minoranza etica di neopuritani e di neogiacobini» e Berlusconi a corteggiare il segretario del Pd come fosse «una bella donna». Mentre i legali del premier si interrogano sulla strategia, c'è quindi chi nel Pdl, e non solo, lavora ad una soluzione che eviti il deflagrare di uno scontro istituzionale già ora più che latente. Uno scontro che Berlusconi, malgrado i consigli di alcuni suoi più stretti collaboratori, intende portare sino al Colle più alto qualora non verrà bloccato il processo di Milano che lo vede imputato per reati infamanti come la concussione e sfruttamento della prostituzione. A questa strategia ieri il capo dello Stato ha posto un fermo argine denunciando «la guerriglia» nella quale è caduta la lotta politica e invitando il premier a rispettare lo stato di diritto. Il ripristino dell'immunità parlamentare è il terreno sul quale le opposte fazioni si annusano, ma l'oggetto dello scambio trapela da più di una conversazione con coloro che lavorano ad una "soluzione politica". Sul piatto della sfida di aprile c'è chi è pronto a mettere il passo indietro di Berlusconi da presidente del Consiglio, in cambio di un'immunità che essendo parlamentare, lo metterebbe al riparo da tutti i processi. Il pressing sulle opposizioni è fortissimo, ma dubbi sulla tempistica non li ha solo l'Udc di Casini e l'ala centrista del Pd guidata da Fioroni, ma anche la Lega che nel '92 si battè proprio per la cancellazione dell'immunità e che ora potrebbe accettare la norma per evitare che il Carroccio ufficializzi le spaccature interne. Quella che i Radicali chiamano «impunità parlamentare», è stata infatti caldeggiata ieri in tv dal ministro La Russa in una sorta di mea-culpa rispetto a quanto la destra fece nel'92.

© 2011 Il Gazzettino. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK