Immigrati, l'onda gialla attraversa l'Italia

Dalla Rassegna stampa

Non solo immigrati ma tanti italiani nell'onda gialla che ieri ha attraversato il paese per difendere i diritti dei migranti nel primo sciopero made in Italy della categoria. Decine e decine di migliaia hanno partecipato pacificamente allemanifestazioni e ai cortei elle si sono svolti in oltre 60 piazze, tutti con addosso qualcosa di giallo, il colore della protesta: un braccialetto, un nastrino, un fazzoletto. L'iniziativa nata sul web per iniziativa dei Comitato "Primo marzo 2010", sul modello francese, ha ricevuto un consenso bipartisan. Unica voce fuori dal coro, quella della Lega nord.
Tante le adesioni alla "24 ore senza di noi", voluta per riaffermare il ruolo degli immigrati nell'economia nazionale: da Amnesty all'Arci, da Legambiente alle Acli, a Emergency. E poi i partiti, il Pd, l'Idv, il Pdci, Rifondazione comunista. L'astensione dal lavoro dei migranti non è stata solo simbolica ma ha interessato anche i regolari. C'è chi ha direttamente informato il datore di lavoro dell'adesione allo sciopero.
Uno striscione giallo con la scritta «Migrare non è reato» ha aperto il corteo a Milano, due mila partecipanti. Ventimila al corteo a Napoli (dove è stato aggredito 'assessore comunale Giulio Ricci da «frange estremiste di disoccupati» ha denunciato il sindaco) che si è concluso a Piazza Plebiscito con musica e rappresentazioni teatrali. Diecimila in piazza a Brescia per iniziativa della Fiom-Cgil. Alla sede Inps di Roma, una cinquantina di immigrati ha protestato per il riconoscimento dei contributi previdenziali di cui non godono se lasciano il paese. Nella capitale, il corteo (vi ha partecipato anche Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera) è stato aperto da una delegazione di stranieri di Rosarno, con uno striscione «Troppa intolleranza, nessun diritto». Un migliaio i manifestanti a Bari con manifesti «Sono una persona,
non un documento».
Riconoscimento al lavoro degli immigrati è giunto dalla Coldiretti: «sono determinanti, senza di loro non sarebbe possibile la produzione di numerose eccellenze del Made in Italy alimentare», dalla raccolta delle mele della Val di Non alla mungitura delle mucche per il Parmigiano Reggiano, dalla vendemmia dei vini Doc alla cura dei greggi per il pecorino romano. Lo sciopero è stato giudicato interessante da esponenti del Pdl. «Può rappresentare - ha detto Fabio Granata, vicepresidente dell`Antimafia - uno stimolo positivo di riflessione per la classe politica italiana sul valore positivo ed economicamente straordinario della presenza dei migranti regolari in Italia». Anche se lo sciopero non è strumento gradito, per il sottosegretario Adolfo Urso, «vanno ascoltate le ragioni dei cittadini immigrati che rispettano la legge». «L'iniziativa è un segnale da prendere in seria considerazione», per Pierluigi Mantini (Udc). Lo sciopero, secondo il vescovo di Terni, Vincenzo Paglia. «è significativo. La convivenza è già una realtà». «Quella di oggi è una giornata importante» ha detto Livia Turco (Pd). Sostegno alla mobilitazione anche da Renata Polverini, candidata alla presidenza Regione Lazio per il Pdl.
Mentre «è una manifestazione senza senso, che non aiuta l'integrazione» per Mara Bizzotto, europarlamentare leghista. Come risposta allo sciopero odierno, la Lega Nord ha organizzato
una contromanifestazione a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano.
Un giovane a Mestre è stato denunciato per aver lanciato uova cariche di vernice contro la sede leghista. Sostegno allo sciopero da molti che hanno scritto un messaggio al numero giallo (320-2043514. Numerosi gli italiani, «Aderisco perchè senza di loro non ce la possiamo fare» o «Grazie per il lavoro e l'energia che portate» scrive uno che si firma Antonio. «Aderisco - scrive
Ida da Torino - perchè oggi essere contro una società multiculturale è come vivere in Alaska e essere contro la neve».
 

© 2010 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK