Immigrati, il giorno dello sciopero. "Senza di noi l'Italia si ferma"

L'Onda Gialla parte dal centro di Milano, rimbalza a Roma, arriva fino a Palermo. «Non siamo criminali, non siamo clandestini, ecco a voi i nuovi cittadini». Lo slogan viaggia sul tam tam dei tamburi delle tante manifestazioni: è il "Primo marzo. Una giornata senza di noi", lo sciopero degli immigrati. Sessanta città italiane coinvolte, 50mila membri su Facebook, «trecentomila» cittadini italiani e stranieri in piazza, tutti col colore giallo. L'obiettivo? Dire stop al razzismo e reclamare più diritti per i 4,8 milioni di immigrati che lavorano in Italia.
Astensioni dal lavoro, sciopero dei consumi, cortei, sit-in si sono susseguiti in tutta Italia, in contemporanea con Spagna, Grecia e Francia, dove è nato il movimento "24 ore senza di noi" e dove al ritmo di «rispetto e dignità per gli immigrati» si è scesi in piazza daParigi aTolosa. In Italia, la giornata auto-organizzata su Internet (www.primomarzo2010.it) ha visto l'adesione del
Partito democratico, Idv, Prc e Socialisti e di Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. I sindacati hanno partecipato in ordine sparso e non hanno proclamato uno sciopero nazionale. Solo la Cisl ha formalizzato la sua contrarietà alla manifestazione. Le astensioni dal lavoro sono state dunque a macchia di leopardo: a Brescia, secondo Fiom-Cgil 10 mila persone sono scese in piazza e in 50 aziende hanno scioperato. Al tam tam ha funzionato - sostiene Cristina Sebastiani, una delle organizzatrici italiane - in tutta Italia hanno manifestato in trecentomila». Non sono mancati momenti di tensione: a Torino un irregolare è stato arrestato dalla polizia mentre andava al corteo, scatenando la rabbia dei suoi compagni.
Il corteo più grande è stato a
Napoli dove a sfilare sono scesi (secondo gli organizzatori) in 20mila. In piazza le maggiori comunità straniere, dal Bangladesh al Burkina Faso, dal Marocco al Senegal. A Bologna hanno sfilato in lO mila. Uno striscione giallo con la scritta "Migrare non è reato" ha aperto il corteo a Milano, con duemila partecipanti. Emanuel, 34 anni del Camerun, dipendente di un grande albergo, ha raccontato di essere a Milano da sei anni, ma «in metropolitana vengo ancora guardato con disprezzo: il punto è che non veniamo considerati cittadini». A Roma, centinaia di rifugiati e richiedenti asilo, insieme ai volontari di Legambiente, hanno ripulito il parco del Colle Oppio. Un gruppo di immigrati ha manifestato sotto la sede dell'Inps, chiedendo la restituzione
dei contributi versati in Italia a quei lavoratori che decidono di tornare in patria. In testa al corteo del pomeriggio, per le via della Capitale hanno sfilato gli immigrati di Rosarno. A Trieste, i manifestanti hanno cancellatole scritte razziste dai muri della città.
Il vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, parla di «una manifestazione significativa, perché mostra quella indispensabile integrazione e convivenza che semina il futuro della nostra società». Mentre la Lega Nord annuncia per oggi, a Sesto San Giovanni, una contro-manifestazione in risposta allo sciopero degli immigrati.
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