Imaie, nuovo capitolo

L'annuncio apre il cuore agli artisti. «Il nuovo Imaie inizia le proprie attività con la raccolta delle iscrizioni e il pagamento delle somme dovute, i ministeri hanno approvato i regolamenti» ha assicurato ieri dall'avvocato Andrea Miccichè, presidente dell'ente che gestisce i diritti da pagare agli interpreti per le opere utilizzate da radio e tv. Un istituto che ha trascorso gli ultimi anni in mezzo a una bufera: 290 indagati per false attestazioni, sospetti, scontri feroci, un «tesoretto» di n8 milioni di euro su cui si sono addensati tanti interrogativi, la messa in liquidazione.
«Ora si apre un nuovo capitolo» è stato l'esordio della conferenza stampa. Tutti gli artisti dovranno riformalizzare l'adesione all'ente, intanto da lunedì per il settore audiovisivo e doppiatori saranno ripartiti i compensi a tutti gli aventi diritto per il periodo dal 15 luglio al 31 dicembre 2009 (il tempo precedente è in carico ai liquidatori). I pagamenti da gennaio 2010 in poi saranno regolamentati da nuovi accordi retroattivi, come quello già stretto con Mediaset, che prevede un compenso non più forfettario, ma per «quota minuto» (la durata dell'utilizzo). Per la musica, «stiamo perfezionando una anagrafica completa delle registrazioni in circolazione, che consentirà la rendicontazione e il pagamento nel giro di pochi mesi».
«I diritti sui dvd?» ha chiesto Lino Banfi. «Abbiamo allargato la schiera di quanti versano il compenso ai distributori di videocassette e agli utilizzatori via Internet, stringendo inoltre accordi con le pay tv, gli enti locali, Fastweb, Telecom, le compagnie di telefonia mobile. Con Apple per iTunes video, e con Google per You Tube» ha risposto Miccichè. Speranzosi e pieni di domande gli interpreti, arrivati in tanti, da Enrico Montesano a Andrea Roncato, Marco Masini, Blas Roca Rey, Pino Insegno.
Ma non si placa la polemica. L'associazione Aie77 rilancia su Internet l'interrogazione parlamentare dei radicali che avanza dubbi sul nuovo Imaie. Ad ottobre «7607» (Elio Germano, Neri Marcorè, Cinzia Mascoli...) ha annunciato una società di gestione «che non delega a nessuno, se non agli artisti, il proprio destino».
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