Ilva, sette arresti per corruzione

Tre arresti in carcere, quattro ai domiciliari. Avvisi di garanzia per il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante e per il direttore dell’Ilva di Taranto Adolfo Buffo.
Clamoroso blitz della magistratura tarantina contro i vertici dell’Ilva, la più grande acciaieria d’Europa con i suoi 15.000 dipendenti tra diretti e indiretti. Associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica incolumità nonchè delitti contro la pubblica amministrazione. Corruzione in atti giudiziari, concussione.
Finiscono in carcere l’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, e l’ex responsabile delle relazioni esterne Girolamo Archinà. Fabio Riva, già vicepresidente e amministratore delegato dell’Ilva, è latitante.
Nuova misura cautelare agli arresti domiciliari per il patron Emilio Riva, per il consulente Lorenzo Liberti, per l’ex assessore provinciale all’ambiente del Pd, Michele Conserva e per un rappresentante della Promed Engineering di Taranto.
Gli uomini della Finanza stanno eseguendo questa mattina il sequestro preventivo dei prodotti finiti e/o semilavorati destinati alla vendita ovvero al trasferimento in altri stabilimenti del gruppo.
La tesi della magistratura di Taranto è che nonostante il sequestro degli impianti del 24 luglio scorso, l’Ilva continua a produrre acciaio inquinando. Dunque, l’acciaio è il prodotto dei reati contestati. In mattinata si riunisce il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. La preoccupazione è che la situazione dell’ordine pubblico possa degenerare.
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