Ici, è di nuovo polemica sui beni della Chiesa non a fini di culto

Parli dell'Ici e scatta la polemica sulle esenzioni alla Chiesa. Era successo ad agosto, con la manovra bis del governo Berlusconi. Succede oggi, dopo il varo del pacchetto targato Monti. E il punto è sempre lo stesso: le esenzioni concesse alla Chiesa. Venti deputati Pd hanno presentato una mozione per impegnare il governo «ad attivare le necessarie procedure» affinché la Chiesa paghi. Staderini, presidente dei Radicali, fa un po' di conti citando stime dell'Associazione comuni italiani, che nel 2005 stimava in più di 400 milioni il mancato introito per queste esenzioni, cifra che oggi sfiora i 700 milioni per la rivalutazione degli estimi. Nel mirino: pensionati e case per ferie per studenti e turisti. Critiche arrivano anche dal leader dell'Idv, Dì Pietro e dal governatore del Lazio, Renata Polverini («l'Ici è una tassa che deve ritornare per tutti»), dal leghista Stiffoni.
Il leader dell'Udc Casini parla di «falsa polemica nata sul nulla che come tale va spenta». Fioroni, leader dell'area popolare del Pd, ricorda che la Chiesa sui locali commerciali l'Ici la paga già e ogni altra azione equivarrebbe a «mettere in difficoltà le attività di opere di carità, assistenza e sostegno agli ultimi della società». A scendere in campo sono anche gli organi di stampa cattolici con Avvenire che bolla come una menzogna l'affermazione che la Chiesa non paga l'Ici. «Le esenzioni previste per le attività solidali e culturali svolte senza l'obiettivo di guadagnarci riguardano non solo la Chiesa cattolica ma ogni altra religione che abbia intese con lo Stato italiano e ogni altra attività non profit», afferma il direttore Marco Tarquinio.
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