Hu critica il protezionismo Usa. Obama: incontri il Dalai Lama

Nel giorno destinato alla Storia, l`unico mezzo progresso degno di nota è quello sul clima. Forse pentiti dell`eccesso di cautela mostrato a Singapore, Barack Obama e Hu Jintao hanno cercato di rimettere sui binari il vertice di Copenaghen. Nel chiaro obiettivo di dare sostanza alla mediazione della Danimarca, che per mascherare il fallimento ha proposto un`intesa in due tempi, Cina e Stati Uniti chiedono ora un`accordo politico «con immediato effetto operativo». Dovrà includere precisi obiettivi di riduzione dei gas serra per i Paesi sviluppati e azioni per mitigarle in quelli emergenti. E includere cinque tipi d`intervento: l`aumento dell`assistenza finanziaria alle nazioni in via di sviluppo, la promozione e diffusione dello sviluppo tecnologico, una maggiore attenzione alle necessità di adattamento ai cambiamenti climatici dei Paesi poveri, la difesa delle foreste, la piena trasparenza e verificabilità dell`applicazione delle misure di attenuazione delle emissioni. «Questo tipo di accordo comprensivo dovrebbe essere un importante passo in avanti per unificare il mondo attorno a una soluzione», ha detto Obama. Ma sul resto delle cose discusse, l`esordio del nuovo potentato globale ha fatto emergere soprattutto frizioni e lontananze. E anche poca spontaneità personale, negata dal gigantismo di stampo sovietico del luogo, dalla folla degli uomini con le stellette che ha fatto da cornice al presidente cinese, dall`infelice scelta (imposta dagli anfitrioni) di negarsi alla stampa. Nella nuova logica del dialogo però, i dissensi sono emersi come percezioni diverse o come indirette frecciate. Sull`Iran, per esempio, dove Obama ha ripetuto che se «1Teheran non proverà le intenzioni pacifiche del suo programma nucleare, dovrà subirne le conseguenze». Un`impazienza ormai condivisa anche da Mosca, ma che Hu ha apertamente ignorato, parlando solo della «necessità di risolve- re il problema con il negoziato». Zampate indirette invece su commercio e diritti umani. Con il leader cinese che ha invitato a «respingere con forza il protezionismo», poche settimane dopo che gli Usa hanno raddoppiato i dazi sui pneumatici made in China. E Obama, che ha riproposto l`universalità dei diritti umani, «fondamentali per tutti, minoranze etniche e religiose». O che, pur ricordando che «il Tibet è parte della Repubblica Popolare», ha ricordato che gli Usa «appoggiano la ripresa di trattative tra il governo di Pechino e i rappresentanti del Dalai Lama». Un semplice nome, ma un messaggio chiaro.
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU
- Login to post comments