Habeas corpus amatriciana

Dalla Rassegna stampa

Habeas corpus: dal diritto penale romano antico, significa che per andare in processo ci vogliono le prove. Le prove regine sono la flagranza e la confessione, tutto il resto rientra nella categoria dei sospetti, delle interpretazioni ma non sono prove. Anche la testimonianza è una prova debole, perché potrebbe essere interessata, mentre i filmati delle telecamere di sorveglianza sono neutri e perciò credibili. Lo Stato che ha applicato la sostanza dell'habeas corpus è lo Stato britannico, da diversi secoli e dove il Pm ha tutto il diritto di fare le sue ricerche e inchieste e di adire il giudizio del Tribunale con prove certe e inconfutabili. Il Tribunale britannico convoca Pm e accusati entro tre mesi, ma se il Pm non ha prove inconfutabili, degne di questo nome, paga pegno cioè i danni. La Corte di Strasburgo dei diritti umani ha recepito gran parte i concetti dell'habeas corpus ed esamina con attenzione i problemi che derivano non solo dalla mancanza dell'habeas corpus, ma anche e soprattutto l'eccessiva lunghezza del processo e i danni materiali, morali, fisici ed economici che ne derivano sia all'inquisito sia alla sua famiglia. E da noi? È vero che la Costituzione italiana sottolinea la presunzione d'innocenza fino a sentenza passata in giudicato, ma è un "tappo" che non esclude quanto nel Codice Rocco, ad esempio sull'associazione per delinquere è stato codificato, con l'inversione dell'onere della prova, per cui è l'accusato deve fornire le prove della sua estraneità od innocenza e non l'inquisitore le prove. Torquemada docet e il potere temporale dello Stato pontificio, ne ha fatto un uso abnorme per spingere il supposto reo alla delazione o confessione interessata, tant'è che chi usciva dalle grinfie di un siffatto sistema veniva chiamato impunito cioè non punito. Basta andare indietro nel tempo e ricordarsi come Galileo Galilei venisse torturato e condannato da Roberto Bellarmino, cardinale poi dichiarato santo. Giordano Bruno senza prove venne bruciato in pubblica piazza come tanti altri che si opponevano allo strapotere pontificio che di religioso non aveva un bel niente. Ripubblicato dalla Sansoni editore c'è l'enciclopedia del Pastor che descrive a piene mani i misfatti dell'epoca. Successivamente i carbonari Targhini e Montanari vennero ghigliottinati, senza prove su accuse interessate,come ricorda una lapide a Piazza del Popolo a Roma sulla Caserma dei Carabinieri. Ma quello che è difficile da estirpare, quanto il Codice Rocco è diventato un modo di fare di varie generazioni di magistrati italiani, perché rende più facile l'azione giudiziaria senza prove certe. Va citata Micromedia , rivista di sinistra che ha dato i dati del "massacro" della Tangentopoli milanese: orbene su 5000 accusati, il 15% risultò colpevole, un altro 15% patteggiò la pena minore per uscire dalle accuse maggiori, ma il restante settanta per cento o venne assolto od ottenne la prescrizione in cui si era rifugiata l'accusa. Senza dimenticare Enzo Tortora accusato di tutto e di più, in associazione per delinquere, difeso a spada tratta dai radicali ma che venne riconosciuto innocente dopo anni di galera e dopo aver Lui rinunciato all'immunità parlamentare europea, con la difesa che non lo difese dal processo ma nel processo. Lo stress fu tale che ad Enzo Tortora si abbassarono le difese immunitarie interne e morì di un tumore devastante. Personalmente sono passato con altri sette sventurati per le forche caudine dell'associazione per delinquere, dove venni accusato di progettare una sterminata serie di delitti fiscali, amministrativi, societari, contro lo Stato le P. A. e l'ordine pubblico. Mancavano solo l'abigeato, la strage e l'avvelenamento dei pozzi! Tanto per non farmi mancare niente, portato a Poggioreale, l'inferno di pietra a Napoli. La contestazione "gravissima" era la tessera della Libera Muratoria della Dio e Popolo, una loggia risorgimentale che risaliva a Giuseppe Mazzini. Avendo studiato diritto penale con l'eccelso Professore Giuliano Vassalli, Medaglia d'argento delle Resistenza e torturato a Via Tasso dal regime fascista, ed essendo stato interrogato proprio sull'associazione per delinquere (evidentemente ero un predestinato!) mi difesi dal processo accusando e contestando l'incompetenza territoriale e la mancanza di associazione, in presenza di oltre 7000 intercettazioni, iniziate nel 1991. Finì con archiviazione per manifesta infondatezza della notizia di reato nel 1989,per tutti i coaccusati: lettore ti sbalordisci? Ebbi come gli altri pochi denari per l'ingiusta detenzione, ma solo nel 2001 dopo altre forche caudine e malgrado l'onestà di un Pm di lusso come Giuliano Infelisi, magistrato temuto perché di sinistra che propose di chiudere la vicenda in fretta . Feci ricorso alla Corte di Strasburgo e pur avendo ottenuto la preaccettabilità il nostro Stato con un colpo di mano dettato dalla Ragion di Stato perché i processi a Strasburgo nelle varie divisioni, penale, civile, lavoro e amministrativo erano troppi, con legge Pinto n. 29 del 2001 e retroattivamente, si inventò che i processi, le inquisizioni duravano quanto la prescrizione del reato contestato (nel caso di associazione per delinquere, dal momento che la pena massima è 15 anni, la prescrizione vale 15 anni!). Risultato: da due milioni di processi alla Corte europea si passò a otto milioni ma lo sbarramento e la retroattività massacrarono tanti diritti di cittadini europei, italiani di nascita.

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