Greenpeace, D'Alessandro libero: "Rifarei il blitz"

Dalla Rassegna stampa

 Indice e medio alzati a formare una V, il segno della vittoria. È stato questo il primo gesto fuori dal carcere di Cristian D’Alessandro, l’attivista italiano di Greenpeace arrestato il 18 settembre durante un’azione dimostrativa contro le trivellazioni di Gazprom nell’Artico. Erano le 3 e 5 minuti ora italiana quando il 30enne napoletano ha potuto "riassaporare la libertà". Ha detto proprio così al padre durante la prima telefonata, breve perché "era impaziente di godersi le prime ore fuori dal carcere". Ai cronisti che gli chiedevano se rifarebbe il blitz, ha risposto "non ho mai avuto dubbi", per poi salire nella macchina che l’ha portato nell’hotel dove si trovano gli altri nove attivisti scarcerati su cauzione. Tra oggi e lunedì si saprà se potranno rientrare nei loro Paesi di origine in attesa del processo o se dovranno restare in Russia.Nell’ordinanza che verrà depositata si capirà inoltre se finalmente è stata ritirata l’accusa più grave, quella di pirateria.

"Siamo felici, è il primo passo per dimostrare che Cristian non ha commesso reati", ha detto Raffaella, madre dell’attivista, che ha aggiunto: "Mi ha chiamato la sera. Era felice di avere una stanza tutta sua, vicina ai suoi compagni". Nel pomeriggio anche il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto sulla vicenda: "Greenpeace ha scopi nobili ma metodi sbagliati". Una dichiarazione conciliante, cui però è seguita una bordata: "Mentre alcuni scalavano la piattaforma Gazprom, gli altri hanno attaccato la nostra guardia costiera assaltandola con le loro navi", versione smentita dai video. La Farnesina ha accolto con soddisfazione la liberazione: "La pressione diplomatica ha funzionato, a volte bisogna esser cocciuti", ha detto il ministro degli Esteri Bonino. Ieri il tribunale di Murmansk ha rigettato l’appello di Greenpeace contro il sequestro dell’Arctic Sunrise. Oggi il tribunale internazionale del mare di Amburgo si pronuncerà sul ricorso presentato dall’Olanda.

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