Grecia a un passo dal fallimento contagio in Europa, Borse a picco

Dalla Rassegna stampa

La Grecia fallita e fuori dall’euro, il Portogallo vicino a seguirne la sorte. L’Europa inerme di fronte alla svalutazione dell’euro, al crollo delle borse e agli attacchi speculativi contro gli altri paesi indebitati. Alla fine di una giornata di panico, i mercati finanziari disegnano uno scenario da incubo, ma anche molto credibile. La prima spinta verso il baratro l’aveva data il ministro delle finanze George Papaconstantinou in mattinata: «La Grecia ormai non può più accedere ai mercati finanziari per ottenere fondi ed habisogno dell’intervento della Ue e dell’Fmi entro il 19 maggio per ripagare il debito in scadenza». Solo qualche ora dopo, quando il direttore del Fondo monetario Dominique Strauss Kahnnlo conferma («Senza aiuti la situazione sarà insostenibile») le Borse emettono una sentenza ancora più netta. In serata, dopo il crollo delle Borse, il ministro greco si corregge: «Il 19 maggio onoreremo senza alcun dubbio il nostro debito». Ma i mercati restano pessimisti.
Il governo greco può contrarre prestiti all’insostenibile tasso del 10% annuo sui bond decennali (addirittura il 18%perquello a scadenza biennale), ma un creditore che volesse coprirsi dal rischio dell’insolvenza dovrebbe pagare l’8,24% del capitale che vuole assicurare per comprare un Cds. Quando gli interessi sui bond e il costo dell’assicurazione praticamente coincidono, fanno notare gli operatori, significa che il fallimento è dato per certo. Anche le conseguenze del default sono scritte nei numeri: il differenziale tra i titoli decennali greci e quelli tedeschi ha superato gli 700 punti base, cioè come 13 anni fa, quando Germania e Grecia avevano monete diverse.
Il colpo di grazia l’ha dato l’agenzia di rating Standard & Poor’s con una bocciatura che relega il debito ellenico ufficialmente tra i "titoli spazzatura" (rating BB+). Più che l’effetto sui rendimenti (il record negativo era stato superato ore prima della nota di S&P), pesa il giudizio sul futuro: «Per i prossimi cinque anni l’economia greca sarà a crescita zero, e in caso di default e ristrutturazione ci aspettiamo un livello di restituzione pari al 30-50% per i creditori». Atene protesta: «La decisione non rispecchia lo stato dell’economia reale», ma il deficit 2009 sarà ritoccato ancora verso l’alto, al 14%. Gli investitori già guardano al prossimo capitolo della crisi: il contagio. I bond "spazzatura" sembrano il preludio ad una serie di fallimenti delle banche elleniche, detentrici di carta illiquida o addirittura senza valore. Attraverso i legami con gli istituti europei il conto per tutto il Continente diventerà salatissimo. «Solo se la Germania si muoverà più velocemente il rischio contagio sarà ridotto» afferma Charles Diebel, strategist di Nomura. Il crollo indifferenziato delle Borse dimostra che la corsa è già su quella strada: 165 miliardi di capitalizzazione bruciati nel vecchio continente a causa del - 6% di Atene (ma gli altri non vanno molto meglio: - 4,19% Madrid, -3,1% Milano, - 3,82% Parigi, - 2,73% Francoforte e - 2,61% Londra).
Storia parallela è quella di Lisbona il cui listino è sprofondato del 5,3% per un’altra bocciatura (daA+ aA) sempre decisa da S&P sul debito sovrano portoghese. «Il pericolo maggiore ora è che il mercato speculi contro ogni paese indebitato» avverte Axel Botte di Axa Investment Managers. Per gli analisti
di Jp Morgan: «Il mercato è troppo nervoso sugli asset europei».
Nei giorni scorsi, molte case d’affari (Rbs, Barclays) avevano rivisto al ribasso il valore dell’euro sotto quota 1,30 (il cambio sul dollaro si è fermato a 1,318 ai minimi da un anno). Per Marco Annunziata, capo economista di Unicredit, c’è sempre minor interesse dei grandi capitali a differenziare le riserve aumentando la quota in euro.
Se Atene e Lisbona protestano contro la speculazione, l’unica possibilità di sovvertire le attuali certezze degli operatori rimane Bruxelles. Tempi accelerati per la riunione dell’Eurogruppo che dovrebbe dare il via libera al piano di aiuti da45 miliardi (30 dall’Europa e 15 dall’Fmi),l’unica fonte di finanziamento
che permetterebbe alla Grecia di ripagare le obbligazioni in scadenza i1 19 maggio (9 miliardi). Per il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet il default «È fuori discussione». E il governo italiano ha già pronto un decreto da 5 miliardi per stanziare la sua quota.

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