Grecia, ora vanno a ruba i titoli di Stato

Dopo l’intesa Ue-Fmi sugli aiuti, i titoli greci vanno a ruba: la domanda supera l’offerta, i rendimenti scendono. Il primo test di fiducia dei mercati riesce. E subito il ministro Paapaconstantinou ribadisce che il suo Paese continuerà «a finanziarsi sul mercato». Si riduce anche il costo della crisi per le banche. Le ultime stime del Fondo monetario dicono che per il periodo 2007-2010 le svalutazioni e gli accantonamenti su perdite passano da 2800 a 2300 miliardi di dollari, due terzi dei quali sono già stati iscritti a bilancio a fine 2009.
La Grecia, dunque, riesce a piazzare buoni del Tesoro a sei mesi e a un an no per 1,560 miliardi di euro, raccogliendo così più soldi degli 1,23 miliardi previsti. I rendimenti scendono rispettivamente al 4,55 e 4,85%. Le tensioni si allentano, la forbice coni bund tedeschi si riduce, l’euro riguadagna terreno fino a quota 1,36 sul dollaro. Il presidente dell’eurogruppo Junker si sente «rassicurato» da questi risultati. La tedesca Merkel, contraria fino all’ultimo a sostenere Atene, commenta così l’esito del collocamento: il successo dell’emissione dimostra che le misure di emergenza al momento non sono necessarie. Secondo il sito Eurointellingence, durante l’Eurogruppo che ha deciso il piano di salvataggio, il francese Sarkozy, l’italiano Berlusconi e lo stesso titolare della Bce Trichet avrebbero minacciato di lasciare da sola la cancelliera, se Berlino non si fosse adeguata alla scelta di sostenere Atene.
«La Ue ha messo in campo un nuovo meccanismo, frutto della determinazione di tutti», dichiara ora il ministro francese Christine Lagarde. Lei e i suoi colleghi europei si incontreranno nel week-end a Madrid, per la prima volta dopo il varo di questo «scudo».
Nonostante il successo dell’asta, le Borse restano prudenti. Preoccupa la tenuta sociale della Grecia: i dipendenti pubblici annunciano per il 22 aprile un nuovo sciopero generale. A fine giornata la Borsa di Atene perde il 2,21% e l’intera Europa chiude in leggero ribasso. Milano da sola lascia sul campo lo 0,41%. Sui listini pesano anche i dati sul deficit commerciale Usa che a febbraio è salito del 7,4%, più delle attese.
Intanto, negli Stati Uniti prende corpo il piano del presidente Barack Obama di "tassare" le banche di grandi e grandissime dimensioni (quelle che causano forti costi collettivi in caso di fallimento). L’agenzia governativa Fdic ha approvato una proposta preliminare. Prevede che le banche dovranno allo Stato un contributo se i loro asset - le loro "proprietà" - sono superiori ai 10 miliardi.
Se poi gli asset superano i 50 miliardi, l’agenzia Fdic potrà esaminare i conti di queste super-banche per accertarne il rischio di fallimento. A rischi più alti potranno corrispondere contributi più consistenti, a carico degli istituti.
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