Grecia, Berlino gela l'Europa: "Aiuti solo a dure condizioni"

Si giocano in parte qui a Berlino i destini della Grecia. Angela Merkel abbassa, ma non troppo, il tiro contro Atene. La Cancelliera esclude una sua cacciata dalla zona euro, dice per la prima volta che gli ellenici avranno gli aiuti richiesti, ma solo a dure condizioni: se cioè accetteranno un duro piano di risanamento e riforme, pluriennale e non per un anno solo. Immediata la risposta positiva del ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, che però in serata ha lanciato un nuovo allarme debito: «Ci servono 9 miliardi di euro per rimborsare obbligazioni in scadenza il 19 maggio, ma i tassi di mercato sono totalmente proibitivi». Il ministro ha anche detto in Parlamento che i negoziati con Ue e Fini «stanno andando bene» e che Italia, Francia, Spagna e Olanda «sono pronte a fare la loro parte» per aiutare la Grecia. Ma la posizione tedesca non lascia tranquilli.
I maggiori paesi dell’Ue infatti sono critici con Berlino. Il titolare della Farnesina, Franco Frattini, si dice «molto preoccupato delle rigidità mostrate dalla Germania»; il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, propongono con una implicita tirata d’orecchie a Berlino un rapido piano d’azione contro la speculazione che ha Atene nel mirino. E lo stesso ha fatto il presidente della Bce, Jean Claude Trichet: «La crisi greca va risolta in tempi rapidi». Del resto, mentre l’euro s’indebolisce intorno a quota 1,33 e le Borse chiudono tutte in rialzo tranne Atene e Lisbona che perdono il 2,65% e il 3,17%, lo spread tra i titoli pubblici greci e tedeschi tocca i 663 punti, il massimo da 12 anni. I cds greci hanno toccato 702,8 punti base. I bond sono saliti a un tasso del 9% (quelli decennali) e del 13% (biennali). E Moody’s annuncia tagli ai titoli delle banche elleniche.
«La cacciata di Atene dall’euro non è un’opzione», ha dichiarato Angela Merkel. «Voglio dire chiaramente - ha aggiunto - che la Germania darà il suo aiuto, ma solo se la Grecia sarà pronta ad accettare dure misure, non per un anno ma per diversi anni. Allora ci saranno buone possibilità di assicurare la stabilità dell’euro che è nel nostro interesse. A inizio maggio si potrà decidere». La Cancelliera, che il 9 maggio, nello Stato-chiave del Nord Reno Westfalia (Nrw) affronta difficili elezioni, ha poi sottolineato: «Io capisco molto bene le inquietudini della gente in Germania». Intanto il negoziato di Atene con Commissione europea e Fmi va avanti. Papaconstantinou ha promesso «drastici tagli al deficit,
un controllo del debito, e riforme per rendere la Grecia competitiva».
Ma per il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle «la Germania può prendere qualsiasi decisione». Le schiarite berlinesi insomma non bastano a fugare la tempesta. Frattini si è detto molto preoccupato, perché «non stiamo parlando di salvare la Grecia, ma di un salvataggio della casa comune, dell’Europa e dell’euro». Se Atene non sarà aiutata, egli ha ammonito, il rischio si estenderà ad altri paesi, «si parla del Portogallo». Per Sarkozy e Barroso, un piano urgente contro la speculazione s’impone, per difendere la stabilità dell’euro, e servono anche «una strategia e una politica economica comune europee».
© 2010 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments