Grattacielo, la Regione corre ai ripari. Due dirigenti per garantire trasparenza

Distinzione delle responsabilità, tirando una netta linea di demarcazione tra presente e passato. Garantismo verso gli indagati. Massima trasparenza
Il giorno della verità sarà oggi, quando Sergio Chiamparino e l’assessore Aldo Reschigna affronteranno in Consiglio il caso del grattacielo che sta sorgendo in zona Lingotto, oggetto delle indagini per molti versi complementari della Corte dei Conti e della Procura. Ma la linea della Regione continua ad essere orientata alla massima cautela: piedi di piombo, per evitare di farsi risucchiare da una vicenda foriera di nuovi colpi di scena. E paletti chiari per il futuro.
Non a caso, nella giunta di ieri è stata approvata, su proposta dell’assessore Giovanni Maria Ferraris, la nomina del dirigente ad interim del settore Trasparenza e Anticorruzione - orfano del predecessore, andato in pensione - e l’assegnazione a questa struttura di un ulteriore dirigente in staff. Decisione presa in tempi non sospetti, precisano da piazza Castello, che però si è concretizzata ieri, con una singolare concomitanza di tempi. E di eventi. Obiettivo: controllare a 360 gradi quello che capita nell’ente pubblico, ai vari livelli, recependo una richiesta avanzata a più riprese dai Radicali e adempiendo all’impegno di trasformare la Regione "in una casa di vetro", come da impegni del presidente. Difficile dire se basterà ma di sicuro le nomine di Laura Faina ed Elena Russo rappresentano un passo importante per un’amministrazione che si sforza di non demandare a magistratura e forze dell’ordine le verifiche di quello che capita in casa.
Per il resto, negli interventi in Aula Chiamparino e Reschigna ripercorreranno minuziosamente tutte le tappe della nascita del grattacielo: un modo, anche, per rimarcare la distanza dalle giunte precedenti, con le eventuali responsabilità. E probabilmente per replicare alla accuse dell’architetto Fuksas. In attesa di nuovi sviluppi giudiziari, resta la linea garantista nei confronti degli indagati, coerentemente con quella mantenuta verso i consiglieri regionali coinvolti nell’inchiesta sui rimborsi. Poi si vedrà.
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