Il gran negoziatore Zarif a Roma «L'intesa sul nucleare è possibile»

C’è una «vera possibilità» di giungere a un’intesa sul nucleare iraniano nel round negoziale che si apre stamane a Ginevra. Il capo della diplomazia persiana, Mohammad Javad Zarif, è arrivato sul Lemano «deciso a ripartire con un accordo», anche se si rende conto che «bisogna esser cauti e prudenti», perché la questione della futura capacità atomica dell’Iran «non può essere risolta in due o tre incontri» e un esito positivo sarebbe soltanto «l’inizio di un lungo processo». Zarif ha incontrato ieri a Roma il ministro degli Esteri Emma Bonino, a conferma del ruolo di primo piano che Teheran riconosce all’Italia nella grande partita diplomatica in corso sul Medio Oriente. Sono stati, con le parole di Zarif, «colloqui seri e utili», su tutti i temi più caldi: oltre al dossier nucleare, la Siria, l’Afghanistan, i diritti umani, fino alle implicazioni del doppio attentato suicida di ieri a Beirut, che l’inviato di Teheran ha definito «un grave segnale d’allarme per tutti noi». Alla vigilia degli incontri ginevrini con i Paesi del gruppo 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania) il ministro iraniano si è detto convinto che esistano «tutte le premesse perché il dialogo sia coronato da successo, a condizione che ci sia la volontà politica e che la soluzione sia fondata sul rispetto reciproco e sui diritti di tutte le parti».
Ma Zarif ha anche accusato Israele di voler «silurare» la trattativa e di «non essere interessata» a una soluzione. Fonti dell’ambasciata israeliana a Roma avevano definito ieri «prematura» la visita del ministro sciita, che ha risposto piccato: «Non accettiamo interferenze. Lavoriamo per promuovere dialogo e comprensione a livello internazionale ed è strano che alcuni trovino difficile questo tentativo. Perché Israele non vuole una soluzione al problema?». Sul tema, in conferenza stampa, si è espressa anche Emma Bonino: «Le risposte a problemi seri vengono da dialoghi prudenti - ha detto il ministro italiano - ma senza preclusioni di sorta Sono amica di Israele da sempre e la mia posizione è condivisa dal governo di cui faccio parte, ma questo non mi impedisce di avere dialoghi seri con altri interlocutori importanti per i dossier caldi di quella regione».
Sull’attentato libanese, che ha causato almeno 23 morti (tra cui un cittadino iraniano) e più di 140 feriti, Zarif ha detto che ci sono tutte le ragioni per essere preoccupati: «L’estremismo non può essere contenuto in un solo Paese: quando vediamo la tensione salire in Siria, non è possibile circoscriverla. L’attentato dimostra che queste forze prendono piede nella regione». Ma il ministro ha dovuto fare qualche capriola, per giustificare le accuse lanciate da un portavoce del suo governo, che ha messo Israele tra i possibili mandanti dell’attacco di Beirut: «Abbiamo ragioni per essere sospettosi, perché ogni loro movimento mira a creare tensione». Al capitolo Siria, è toccato a Emma Bonino rilanciare l’idea di includere Teheran nella futura conferenza di pace, che dovrebbe essere convocata a Ginevra entro la fine di quest’anno: «L’Iran deve essere parte della soluzione essendo parte del problema. Se si vuole sul serio un processo di pace e una transizione, chiunque abbia un interesse nella partita va responsabilizzato».
Nei colloqui riservati, Zarif ha rivelato a Bonino che sulla Siria l’Iran si è già attivato, aprendo un canale discreto con alcuni Paesi confinanti sui temi umanitari dei profughi e degli aiuti . Si è parlato anche di diritti umani. E qui la nostra diplomazia segna un punto importante, visto che Zarif si è impegnato con il nostro ministro degli Esteri a riportare in vita il dialogo, sia a livello europeo sia nei rapporti con l’Italia, cui sta particolarmente a cuore la moratoria sulla pena di morte. A fine mese un diplomatico italiano sarà in missione a Teheran. Concludendo la conferenza stampa, Zarif ha detto che le relazioni tra Italia e Iran «affondano le radici nella storia» e che «non ci sono limiti alla collaborazione tra i nostri due Paesi per la pace e la sicurezza nella nostra regione e nel mondo», ma anche in ambito bilaterale «quando verranno eliminati i problemi degli ultimi anni».
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