«Governo ostaggio della lega»

Dalla Rassegna stampa

I problemi e le tensioni interne del governo in tema di emigrazione ed economia si traducono, per le opposizioni, in altrettanti trampolini per il lancio di accuse e contestazioni al Pdl e, in particolare, alla Lega. Partito ritenuto l'azionista di riferimento della maggioranza e, come tale, esercitante un fortissimo potere di condizionamento sulla linea dell'esecutivo soprattutto per i problemi dell'immigrazione. A lamentare l'assenza di una politica sull'immigrazione è, tra gli altri, Pier Ferdinando Casini che fa risalire «l'isolamento dell'Italia in Europa» alle «isterie della Lega che non hanno certo risolto i problemi, anzi li hanno accentuati». Secondo il leader dell'Ude, «confidare oggi nell'Europa, dopo che per anni si è demolita l'idea che l'Europa politica servisse - questo ha fatto la Lega - è la più grande delle contraddizioni e delle sciocchezze che si potrebbero fare».

Quanto alla fuoruscita dalla Ue, minacciata da Berlusconi come rappresaglia alla sordità nei confronti delle richieste italiane, Massimo D'Alema gelidamente osserva: «Penso che se lui se ne andasse non sarebbe rimpianto da nessuno. Il livello di discredito di cui gode il nostro Paese - afferma il presidente del Copasir a causa sua è veramente impressionante. E ora è difficile reclamare la solidarietà dell'Europa quando l'Italia ha fatto di tutto per non assumersi la sue responsabilità». D'Alema, d'altra parte, rileva che «il problema - anche se è vero che la Ue dovrebbe avere un atteggiamento diverso - è che purtroppo l'Europa è governata da partiti conservatori, egoisti, come la Lega e il Pdl che governano anche in Italia». Osservato che «la confusione, l'incapacità e le polemiche inutili che hanno caratterizzato questa prevedibile emergenza dei rifugiati è stata veramente impressionante», l'ex presidente del Consiglio afferma che «se mancava una prova dell'assoluta inadeguatezza del nostro governo e della sua incapacità ad affrontare qualsiasi problema, nel corso di queste giornate questa prova è risultata assolutamente clamorosa ed evidente».

Duro contro la politica, non solo estera, del governo anche Gianfranco Fini, il quale, premesso che «Berlusconi non perde occasione per dimostrare l'ossessione che ha nei nostri confronti», punta l'indice contro la «scarsa credibilità dell'Italia presso gli altri Paesi europei». Per il presidente della Camera, infatti, «non può essere credibile un governo in cui, per volere della Lega, trasparivano scetticismo e diffidenza verso l'Europa e che non ha mai nominato, il ministro per le Politiche europee perché quella poltrona era stata promessa a troppi». Estendendo le sue critiche alle politiche del lavoro, il leader di Futuro e Libertà aggiunge che «da manifestazione di sabato dei giovani precari ha dimostrato quanto il governo sia distante da questi problemi: Berlusconi sottolinea Fini - non ha dedicato una sola parola a questo tema e ha parlato solo di questa caricatura del garantismo come la intende lui. Mentre il garantismo vero è: mai un'innocente in galera. Quello peloso e caricaturale voluto da lui è: mai più un colpevole condannato».


Assai polemica nei confronti dell'esecutivo è anche Emma Bonino: «Sull'immigrazione mi verrebbe da dire - osserva la vicepresidente del Senato - chi è causa del suo mal pianga se stesso, solo che oggi piange tutto il Paese per una politica dissennata della Lega e del governo su tutto il fenomeno». Prima, aggiunge la leader radicale, «il controllo dell'immigrazione è stato delegato a dittatori più o meno improbabili, e sempre ce ne si è occupati in versione anti-europea, senza neanche applicare le direttive Ue. Adesso, tra allarmismi e vittimismi, si invoca l'intervento europeo, peraltro politicamente necessario, ma questo governo non è più credibile quando, finalmente, si rivolge all'Europa».

Nel mirino delle opposizioni risulta essere, in particolare, l'ipotizzato - dal premier - distacco dell'Italia dalla Ue. Tra le varie repliche, quella del responsabile relazioni internazionali del Pd, Lapo Pistelli: «Più che far uscire l'Italia dall'Europa, occorre farla uscire il prima possibile dal lungo tramonto berlusconiano. Una stagione che - afferma l'esponente democrat - sta esponendo il Paese al ludibrio internazionale. Anche le ultime spericolate uscite del Cavaliere sull'Unione europea dimostrano che 17 anni di politica non lo hanno educato alla responsabilità di governo». Parole critiche contro il premier, che vanno anche al di là della politica in senso stretto, quelle di Italo Bocchino: «Mentre chi rappresenta le istituzioni - dice il vicepresidente di Futuro e Libertà - come Silvio Berlusconi va a Lampedusa a comprarsi una villa, io vorrei andare con la barca in quel tratto del Mediterraneo in cui nei giorni scorsi sono morti bambini dell'età delle mie figlie e miei coetanei che cercavano di sfuggire alla guerra in cerca di libertà. E' lì che Berlusconi sarebbe dovuto andare a lasciare un fiore in ricordo di quei morti».

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