Il governo in bilico sul caso Rai

La credibilità del nostro paese, che recenti, gravi e tragici avvenimenti indiani e nigeriani dimostrano non essere comunque molto alta, si è almeno riassestata grazie al governo tecnico, alieno da bungabunga e processi.
Lo spread se ne è giovato, ma la situazione resta in bilico. La comunità internazionale è esigente, pretende serietà. Si chiede anche la maggior coesione possibile e già un forte conflitto sulle riforme in tema di lavoro rischia di non deporre bene. Ma è innegabile che si tratta di un problema comunque serio. La questione giustizia pure indiscutibilmente lo è, ma i partiti restano indifferenti alla situazione nelle carceri e alla durata dei processi. Quello che invece sembra portare alla fibrillazione la politica, e il governo sull'orlo della crisi, è la situazione della Rai. Sembra più facile modificare l'articolo 18 che il Cda di viale Mazzini. Le sentenze sulle stragi passano in secondo piano rispetto a quella che ha negato il reintegro di Minzolini al vertice del Tg1. Intanto si osservano le mosse del ministro Passera che in materia Rai sembra smarcarsi dal premier E per la direzione generale si analizzano complesse strategie e relazioni. Giancarlo Leone pare giovarsi del successo di Frizzi e oscurare così il possibile rivale Mazza. Casini è pronto a convergere, assicura sul web Lettera 43. Ma chi glielo spiega ai mercati e all'Ue che il governo rischia di cadere perché il programma di Frizzi è andato meglio del previsto?
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