Il governatore: da Umberto una pernacchia Non gliela restituirò

Dalla Rassegna stampa

La pernacchia dell'Umberto? «No che non gliela restituisco, figuriamoci. Pensi che quando qualche suo colonnello scalpitava perché voleva la Regione Lombardia è stato lui a rimetterlo in riga e a dire che il Pirellone non si toccava». La ruggine tra Lega e Comunione e Liberazione è cosa nota e antica. «Ma con Bossi - assicura Roberto Formigoni - i rapporti sono da sempre eccezionali». Una pernacchia contro il governatore «a vita» (copyright: Silvio Berlusconi) della Regione Lombardia. Lui, il presidente ciellino, prima replica a muso duro («Senza i voti del Pdl la Lega non va lontano»), poi ricuce, media, smorza: «Spostare i ministeri è operazione lunga e complicata. E invece la nostra gente al nord vuole risposte subito. Per questo dico che piuttosto di traslocare i ministeri, è necessario cambiare la politica che si fa nei ministeri».

Più sostanza e meno geografia è l'invito neanche troppo oscuro che Formigoni spedisce a Roma. «Abbiamo bisogno di un ministero dell'Economia che dia più stimoli all'economia del Nord. Così come abbiamo bisogno di un ministero dei trasporti che acceleri le grandi opere del Nord. E via dicendo». Soprattutto, «c'è bisogno di federalismo differenziato, di dare alle Regioni del Nord la possibilità di gestire le deleghe che da anni richiedono». Pernacchie a parte, in questo scorcio di campagna elettorale la guerriglia tra Lega e Formigoni s'è fatta quotidiana. Ad accendere la miccia delle polemiche, venerdì, era stata per esempio la considerazione di Formigoni su un'eventuale vittoria di Pisapia: «Mi batto perché vinca Letizia Moratti ma se così non fosse sono pronto a collaborare con chiunque sarà indicato dal voto dei cittadini». Tanto è bastato perché da via Bellerio piovessero sul Pirellone pesantissimi sospetti d'«intelligenza» col nemico. «Invece di continuare ad andare sui giornali, bisogna andare in giro a fare campagna elettorale, come fa tutta la Lega a sostegno di Letizia Moratti: dove sono loro? Qui qualcuno sta giocando per non vincere», attacca per tutti il presidente del parlamento lombardo Davide Boni. Controreplica affidata a un fedelissimo del governatore, il capogruppo pdl al Pirellone, Paolo Valentini: «L'estremo nervosismo della Lega è dato dalla secca perdita di voti che le loro liste hanno incassato domenica scorsa. La Lega doveva superare il Pdl e invece in Lombardia e al Nord ha registrato una vistosissima marcia indietro».

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