La giustizia "lumaca" salva il governatore

Dalla Rassegna stampa

La Corte costituzionale ha stabilito ieri che soltanto il giudice civile è L autorizzato a controllare la veridicità delle firme per la presentazione di liste e candidati alle elezioni. Per questo, visto che i tempi della giustizia civile sono in genere superiori a quelli della durata di una legislatura, Roberto Formigoni non rischia più l'annullamento del voto che lo ha eletto per la quarta volta alla guida della Regione Lombardia, così come tira un sospiro di sollievo Roberto Cota in Piemonte. Ad essere sconfitti sono invece i Radicali, che annunciano di voler ricorrere nelle sedi internazionali e che hanno scritto una lettera di protesta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Per Marco Cappato, già candidato premier alle regionali incriminate' (ma poi escluso), la questione "non riguarda soltanto le elezioni regionali del Piemonte, né soltanto quelle della Lombardia, dove noi Radicali abbiamo portato le prove della gigantesca truffa elettorale compiuta nella presentazione delle liste di Roberto Formigoni, con un migliaio di persone che hanno confermato in Procura della Repubblica di non aver mai firmato quelle liste". Per l'esponente dei Radicali - che si rivolge direttamente al capo dello Stato, "la conseguenza della sentenza di oggi significa, per il futuro del Repubblica italiana da Lei presieduta, che d'ora in poi sarà ufficialmente impossibile per chiunque ottenere giustizia contro una qualsiasi, anche se gravissima, truffa elettorale in tempo utile prima della fine del mandato di chi è stato eletto grazie a quella truffa, ad ogni livello locale o nazionale che sia". Una situazione abbastanza particolare che ha aperto molte polemiche in passato e che sembra avviarsi molto lentamente verso una risoluzione. Due settimane fa era arrivata una buona notizia per i radicali lombardi: il Consiglio di Stato aveva in pratica ribaltato il pronunciamento del Tar, riconoscendo la fondatezza del ricorso sulla questione delle presunte firme false al listino "Per la Lombardia". Erano state quindi accolti dubbi dei Radicali ed era stata disposta una perizia della magistratura amministrativa per accertare l'autenticità delle sottoscrizioni. Con la risposta negativa di ieri tutto viene rallentato e per ora Formigoni resta tranquillo.

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