La giustizia e l'occasione del Pd

Con la prospettiva di tre anni senza elezioni, è doveroso che anche sulla giustizia arrivi il tempo delle "riforme strutturali". Tra mille giorni è auspicabile che magistrati dell’accusa e giudici terzi abbiano carriere diverse, che l’autogoverno della magistratura non premi più i giustizialisti rampanti e che i giudici tornino a formare un ordine più che una corporazione. Per arrivarci, è necessario un confronto con l’opposizione. La quale, sul campo delle leggi ordinarie in materia di giustizia, ha già in queste ore l’occasione di contribuire ad avviare la nuova stagione. Si prenda la vicenda del ddl Alfano in discussione in commissione Giustizia della Camera. La proposta contiene due disposizioni: quella riguardante l’esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a un anno, e quella sulla sospensione del procedimento con "messa alla prova dell’imputato" leggi, lavori socialmente utili - per i reati di incensurati destinati a una pena non superiore a tre anni. Due provvedimenti tutt’altro che rivoluzionari,
ma di sufficiente buon senso per affrontare quella che nelle carceri italiane si preannuncia come una torrida estate. I nostri istituti penitenziari, infatti, sono sovraffollati, lo sanno anche i muri, e l’attuale ministro della Giustizia, Angelino Alfano, lo ha già ribadito con chiarezza inaudita (anche in certa sinistra): "Oggi le carceri sono fuori dalla Costituzione".
Il ddl Alfano in discussione alla Camera è un efficace palliativo, da somministrare al più presto. Il Pd, in particolare attraverso i suoi eletti Radicali, aveva sollecitato che il disegno di legge fosse incardinato su un binario veloce, salvo poi fare marcia indietro, soprattutto per la contraddittoria scelta della capogruppo in commissione, l’ex pm Donatella Ferranti. L’opposizione, assieme ai dipietristi, paventa l’amnistia nascosta e accampa richieste che, inseguendo il meglio, ostacolano il possibile bene. E invece ecco qui l’occasione per testare, non solo a parole, le proprie intenzioni riformatrici.
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