Giunta Polverini, è già rimpasto. Decide Berlusconi: 2 posti all'Udc

Dalla Rassegna stampa

Tutti infuriati, ma l’Udc c’è. E Renata Polverini può affrontare il Consiglio regionale senza temere sgambetti. C’è voluto Berlusconi perché la governatrice potesse dire ad alta voce: «L’accordo è fatto». A mancarle, fino a ieri, era l’ok del Pdl sui due assessori da sacrificare per il rimpasto più veloce della storia che, secondo indiscrezioni, potrebbe avvenire già domani. Si era parlato di Stefano Cetica, ma la presidente non può e non vuole farne a meno. Si era parlato pure di Stefano Zappalà, il pontino voluto da Fazzone. Alla fine, la scure è calata sì sulle province, ma non su Latina: ad essere defenestrati a tempo di record saranno i rappresentanti di Rieti e Viterbo, Antonio Cicchetti (exAn, ha le deleghe a Istruzione e Cultura) e Francesco Battistoni (ex Fi, all’Agricoltura).
A far pendere la bilancia a loro sfavore il fatto che siano i soli con un paracadute, il posto da consiglieri regionali. E il basso peso specifico delle deleghe cui il Pdl ha rinunciato, 50 e 50: metà i forzisti, metà gli aennini. Oggi andrà liscia dunque l’elezione a presidente della Pisana dell’ex Fi Mario Abbruzzese: grazie ai due assessorati in arrivo (più 4 commissioni e la vicepresidenza per Raffaele D’Ambrosio) i centristi sono saldamente in coalizione, e fa meno paura il verdetto del Tar sul numero dei consiglieri. In casa Udc, il più quotato per la giunta è Aldo Forte, già pronto a dimettersi da capogruppo, mentre resta da sciogliere il nodo del segretario regionale Ciocchetti, sul quale il suo stesso partito sarebbe diviso. E se i centristi ripetono «l’accordo c’è, ma i modi sono da definire» è soprattutto perché sperano di portare a casa deleghe ancora più ghiotte.
La quadra è arrivata dopo una girandola di riunioni. Dopo la giunta che alle 9 di mattina ha nominato capo di gabinetto l’ex Ugl Zoroddu, ieri Polverini non si è fermata un momento: ha stretto la mano a Sacconi, ha fatto visita al premier, ha incontrato assessori e consiglieri, poi i vertici di maggioranza. E ha invitato tutti a una cena "dell’amicizia" a Fontana di Trevi. Ma non è bastato a tacitare i dissidenti: dopo Piso, uscito dalla Regione livido di rabbia, il ruolo di Cassandra se l’è assunto Storace: «Prevedo 5 anni di problemi, e lo vedremo già da domani (oggi, ndr). Polverini ha una coalizione d’ingordi».
Intanto Emma Bonino, con diversi senatori Pd, da Zanda a Milana a D’Ubaldo, ha presentato un’interrogazione alla presidenza del Consiglio e al ministero dell’Economia. Oggetto: la nomina della Polverini a commissario della sanità, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile ma a tutt’oggi introvabile.
In particolare, Bonino chiede «se sia confermata la scadenza di giugno per il riordino della rete ospedaliera, che dovrebbe prevedere un taglio di 2mila posti letto». Fuori dal burocratese la domanda è: la nomina non è online perché contraddice la promessa «niente tagli agli ospedali»?

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