«A giugno i referendum su Ecopass e ambiente»

Dalla Rassegna stampa

«Non accettiamo sabotaggi e operazioni dilatorie». Incassato il parere favorevole dei Garanti sull'ammissibilità dei cinque quesiti referendari antismog, il comitato Milanosìmuove incalza l'amministrazione e chiede un incontro «urgente» al sindaco Letizia Moratti: «Ha l'obbligo di convocare la consultazione nei tempi di legge». La prima data utile sarebbe il 28 aprile, in anticipo sulle elezioni comunali di maggio: è l'obiettivo ufficiale dei promotori. Dietro le quinte, tuttavia, il comitato crede e lavora all'accorpamento dei referendum milanesi con quelli nazionali (legittimo impedimento, acqua pubblica e nucleare) che dovrebbero tenersi il 12 giugno: «Ma è necessaria una modifica al regolamento di la modifica del regolamento di Palazzo Marino». Il rischio, senza un accordo, è che i referendum ecologisti scivolino all'estate: «Sarebbe uno scippo». Per garantire «il massimo della partecipazione», sperare nel quorum ed evitare «sprechi di denaro pubblico» (2 milioni circa), dice il portavoce di Milanosìmuove Enrico Fedrighini, è necessario solo un po' di buon senso, e il buon senso consiglia l'election day di giugno: «Serve un atto di responsabilità da parte del consiglio comunale, che deve approvare entro fine mese la modifica del regolamento. Va riscritto l'articolo 18, al comma 1, dove sono stabiliti i paletti alla partecipazione popolare.
 
La certezza è che i milanesi saranno chiamati alle urne per esprimersi sull'estensione di Ecopass, la Darsena, l'Expo verde, il raddoppio degli alberi e le politiche per l'efficienza energetica. Ma quando? Prima ipotesi: il 28 aprile, data scritta sul calendario dei referendari. Seconda ipotesi, ancora più difficile: il 15 maggio, stesso giorno delle elezioni amministrative (ci sarebbe bisogno, però, di una modifica parlamentare alla legge sugli enti locali). Più realistico è puntare all'election day del 12 giugno. Si vedrà. Intanto, subito, scattala campagna apartitica sui referendum. Marco Cappato, Edoardo Croci, Carlo Montalbetti, Giancarlo Pagliarini e Fedrighini chiedono al Comune una diffusione capillare, casa per casa, delle informazioni sui quesiti: «Imitiamo il modello svizzero».

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