Giudici, partiti, scuola, Europa. Crolla la fiducia nelle istituzioni

A poche settimane dalle elezioni, si diffonde nel nostro Paese un profondo clima di sfiducia e di disillusione, che colpisce tutti i settori e le istituzioni. Lo hanno intuito già numerosi osservatori e commentatori. Ma se ne ha oggi la prova scientifica, esaminando i risultati dell`Osservatorio sulla fiducia nelle istituzioni, che Ispo conduce bimensilmente. Ad esempio, la magistratura, che a dicembre godeva della stima di più del 55% dei cittadini, vede ora il suo consenso sotto il 45%. Al tempo stesso, la Confindustria, che a dicembre poteva contare su un giudizio positivo del 38% è scesa sotto il 34%. Anche sul fronte politico, le cose non vanno meglio: il Parlamento, per il quale a dicembre si poteva rilevare la fiducia di «solo» il 39%, vede a febbraio una ulteriore diminuzione, sino a giungere al 28%. Per i partiti politici, la situazione è ancora peggiore: dal misero 18% di fiducia di dicembre, si cade al 12% di oggi. Istituzioni fondamentali come la scuola, che pure contano su un sostegno assai maggiore, vedono un decremento dal 62% di dicembre al 52% di febbraio. Ma anche organismi sovranazionali come l`Unione europea risentono di un calo, dal 66% di dicembre al 56% di oggi. Nel loro insieme, questi andamenti sono ben descritti dall'indice sintetico nazionale di fiducia, che scende dal 48,6% di dicembre al 45%.
Questo clima generalizzato di sfiducia si riflette ovviamente sugli atteggiamenti e sulle opinioni. Ad esempio, a seguito del caso Bertolaso e del dibattito che ne è seguito, è stato chiesto ai cittadini se preferissero un ulteriore rafforzamento dei controlli sull'assegnazione dei lavori pubblici, anche a costo di rallentare la realizzazione di questi ultimi o se optassero invece per una riduzione delle verifiche, pur di accelerare la messa in opera delle infrastrutture. La larga maggioranza ha «votato» per la prima ipotesi, vale a dire per il rafforzamento dei controlli, spinta, com'è facile intuire, da una accentuata sfiducia. Solo nel momento in cui nella domanda si è fatto esplicito riferimento alle emergenze, la percentuale di chi è favorevole a un'attenuazione dei controlli si è notevolmente accresciuta: ma anche in questo caso, pure a fronte di uno stato di emergenza, poco meno della metà della popolazione insiste per il mantenimento di tutti i controlli necessari, anche se ciò significa impiegare più tempo nei lavori.
I motivi della diffusione di sfiducia e, talvolta, del sospetto, sono molteplici. Hanno contato soprattutto, naturalmente, gli scandali che si sono ininterrottamente succeduti nell'ultimo periodo. Da quelli più strettamente legati al mondo della politica, a quelli che hanno riguardato le relazioni tra quest'ultima e gli affari, più o meno legittimi, a quelli che hanno toccato importanti settori dell'economia e della finanza. Ma ha contribuito anche ad accrescere il clima di sfiducia una disillusione crescente verso le capacità di intervento della politica. Vi è una delusione diffusa nei confronti del governo, accusato da un numero sempre maggiore di cittadini - anche orientati al centrodestra - di non avere adempiuto alle promesse riformatrici espresse durante la campagna elettorale. Ma vi è, al tempo stesso, una irritazione verso l'opposizione (il cui indice di popolarità è attestato al 16%, ciò che significa che anche buona parte dell`elettorato di centrosinistra disapprova il suo operato), imputata di limitarsi molto spesso alla protesta sterile e di non saper fare il proprio lavoro in modo adeguato e propositivo.
È possibile che questo stato di delusione nell'opinione pubblica abbia dei riflessi anche sul prossimo comportamento elettorale, spingendo magari all'astensione. Ma è certo che, dopo le elezioni, i cittadini si rivolgeranno nuovamente al mondo della politica - di governo o di opposizione - chiedendo un forte rinnovamento che scuota in positivo il Paese. Sperando di non incorrere ancora in sfiducia e in disillusioni.
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