Giovani in fuga Italia bocciata

Dalla Rassegna stampa

Non sarà di certo la fuga con la valigia di cartone come è successo a molti nostri nonni e bisnonni, ma in Italia il fenomeno dell'emigrazione è tutt'altro che un semplice ricordo. Molti nostri connazionali lasciano il Paese a un ritmo decisamente superiore a quello di sei anni fa: se nel 2006 gli italiani residenti all'estero erano 3 milioni, quest'anno hanno superato i 4 milioni, circa centomila in più rispetto al 2010. Secondo il sesto rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, presentato a Roma, gli emigranti di oggi sono giovani che partecipano a scambi di studio o che vanno a lavorare all'estero.

Negli ultimi 150 anni di storia del nostro Paese sono emigrati ben 30 milioni di persone, la metà dell'attuale popolazione italiana. Una storia lunga e sofferta, come ha sottolineato il capo dello Stato con l'auspicio «che la lezione del passato possa tradursi in un insegnamento per il presente». Oggi buona parte dei giovani emigra o per studio o per necessità lavorative. Per il 40% dei giovani dai 25 ai 34 anni vivere in Italia è una sfortuna. Il male sovrano è la precarietà.

La fetta più consistente degli emigrati italiani proviene dal Sud e dalle Isole, mentre dal Nord sono 1 milione e 300 mila e dal Centro 622 mila. Roma, Milano e Napoli le città da dove l'esodo è stato più intenso. Mentre la graduatoria dei Paesi di emigrazione vede in cima l'Argentina (15,8%), seguita da Germania (15,3%), Svizzera (13%), Francia (8,8%) e Brasile (6,9%).

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