Giovanardi choc "è morto perchè era una larva"

Dalla Rassegna stampa

Sulla morte assai sospetta di Stefano Cucchi in prigione, sei giorni dopo il suo arresto, sta indagando la magistratura. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, non ha dubbi. «Cucchi era in carcere perché era uno spacciatore abituale. Poveretto, è morto e la verità verrà fuori, ma è morto soprattutto perchè era 42 chili», dice in un dibattito a Radio 24. E spiega che è stata la droga a ridurlo così. «La droga ha devastato la sua vita. Era anoressico, tossicodipendente, poi bisogna vedere come i medici lo hanno curato. Ma sono migliaia le persone che finiscono così per la droga: diventano larve, diventano zombie». Insomma, ai drogati capitano cose così.
Parole inqualificabili, vergognose, disumane, ipocrite, esplode il centrosinistra, compatto dal Pd alla sinistra radicale passando per Idv e pannelliani. Qualcuno arriva a chiederne le dimissioni. Al coro dell’indignazione si unisce l’Udc e anche qualche voce della maggioranza. Ma i primi a reagire sono la sorella e il padre di Cucchi. «Sono parole che si commentano da sole, dichiarazioni a titolo gratuito», osservano, pur precisando di non aver mai negato che Stefano avesse problemi di droga. Ma, la famiglia, sottolineano gelidi, «è sempre in attesa di giustizia».
«Serve giustizia, non le parole crudeli, strumentali e offensive di Giovanardi», commenta la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro. Livia Turco trova «sconcertante che chi esalta il valore della vita in ogni occasione consideri la morte di uno spacciatore un fatto non importante» e giudica «ignobile e inaccettabile arrivare a fare una gerarchia di vite di serie A e B». «Che Cucchi fosse uno spacciatore non mi risulta assolutamente, e comunque avrebbe dovuto chiarirlo il giudice», sostiene Rita Bernardini, la radicale che tra i primi denunciò la vicenda, per niente sorpresa «dall’ennesima prova di mancanza di pietà umana» di Giovanardi. Di «insensibilità agghiacciante» parla il socialista Nencini. «Indegno di un paese civile», aggiunge il verde Bonelli. «Giovanardi di droga ne capisce come Hitler di diritti umani», enfatizza Francesco Caruso, ex Prc.
Antonio Di Pietro evoca Arancia Meccanica, per dire che a giudizio del sottosegretario «quel tipo di rieducazione è accettabile e forse terapeutica» e accusa Giovanardi, «di ignorare referti, testimonianze e altri indizi sospetti, con un disprezzo dei fatti che ispira trame romanzesche da Kgb». L’Idv è in prima fila nel chiedere le dimissioni del sottosegretario «che si dovrebbe vergognare», dice il capogruppo alla Camera Donadi. «Sciacallaggio politico su un ragazzo morto», lo definisce il presidente dei senatori Idv Belisario. «Ci spiace molto che oggi il nuovo barbaro sia l’onorevole Giovanardi, con cui abbiamo condiviso anni di militanza politica. Per noi è davvero una grande tristezza», è il commento del segretario Udc Lorenzo Cesa. E dal Pdl, Benedetto Della Vedova non esita a parlare di «scivolone che contraddice la linea di rigore e prudenza scelta dal governo» sulla vicenda.
Alla fine a reagire è Giovanardi, che si affretta a telefonare alla sorella di Cucchi per esprimere solidarietà. E corregge un po’il tiro. «Certo la droga ha svolto un ruolo determinante, ma proprio le sue patologie non dovevano indurre i medici a prendere per oro colato le sue presune volontà». Sentito al telefono, va oltre e accusa la sinistra: «Sono loro a opporsi all’alimentazione e all’idratazione forzata, come si vede nel dibattito sul testamento biologico. Cucchi è morto perché da 42 chili era arrivato a 37. E i medici non l’hanno obbligato a curarsi».

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