Giallo-fucsia, Emma e le sue donne

Dalla Rassegna stampa

Da Dacia Maraini a Franca Valeri; dalla campionessa di nuoto Alessia Filippi alla ricercatrice
precaria dell`Ispra, Nadia Cerioli, dall`attrice Ottavia Piccolo alla madre di un disabile di 47 anni Elsa Marsili. Tanti volti noti e tantissime meno famose hanno affollato ieri mattina la Sala Umberto per la manifestazione «Donne per Emma Bonino presidente», condotta da Daniela Poggi. E durante l`incontro la candidata del centrosinistra alle regionali lancia i colori della sua campagna elettorale: il giallo e il fucsia. «Vi invito a prendere una sciarpa di questi colori - esordisce Emma Bonino mostrando la sua sciarpa gialla - e a indossarla, perché è un segno di vicinanza». In una platea quasi tutta al femminile ci sono, tra le altre, Cecilia D`Elia, vice presidente della giunta provinciale di Roma, l`assessore provinciale Patrizia Prestipino, gli
assessori regionali Giulia Rodano e Alessandra Tibaldi, e Marinella D`Innocenzo, responsabile
del 118 di Roma A pochi metri la consigliere regionale Luisa Laurelli, l`europarlamentare
Silvia Costa e Simona Marchini. Vengono anche trasmesse due videointerviste registrate
con la parlamentare Anna Finocchiaro (Pd) e Alessia Filippi «la trasparenza, onestà, sincerità
e lealtà dovrebbero essere i valori della politica - ricorda la campionessa - e la Bonino è
la risposta a tutto ciò». Un`ovazione saluta Franca Valeri: «Quando ho avuto la certezza della candidatura della Bonino sono stata invasa da una grande sensazione di pace - spiega l`attrice
- La Regione dovrebbe avere le caratteristiche della nostra casa e la Bonino ha tutte le qualità
della donna di casa per individuare con uno sguardo sotto quale mobile si nasconde la spazzatura. lo mi fido ciecamente della sua piccola ed elegante testa bionda fidatevi delle donne che non cambiamo mai pettinatura». A quel punto Emma Bonino dalla prima fila corre sul palco ad abbracciare l`anziana attrice. «Voglio essere chiara: io non vengo dal nulla, vengo dal Partito radicale - sottolinea la candidata -. Non me ne vergogno, anzi: ne vado orgogliosa.
Io ho la responsabilità di rappresentare tutti, ma senza radici non si guarda al futuro». Poi
cita uno dei padri dell`Europa, Jean Monnet: «"Non facciamo una coalizione di stati, ma di
popoli", diceva. Beh, io voglio coalizzare non i partiti, ma le persone. Non basta però essere
donne per essere migliori. Voglio liberare energie. Ci sono talenti nascosti da far venire
alla luce». E dopo avere ricordato che «il welfare all`italiana, la cura di anziani e malati cronici, finisce sempre per pesare sulle spalle delle famiglie, cioè delle donne», propone di «costruire un`altra storia, è possibile, ma dobbiamo essere tutti un`ora al giorno candidati a presidente della Regione, ma con un metodo diverso». E tra gli applausi la regia manda un jingle in francese
che Emma conosce bene: le note sono contagione e la candidata si mette a cantare saltellando.
Il ritornello dice: «Parità e uguaglianza per le donne che lavorano: la battaglia non è ancora vinta». Touché.

© 2010 Corriere della Sera, ed. Roma. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK