La gente non ne può più

Dalla Rassegna stampa

 

Questo squarcio di fine estate è foriero di tante incognite. Il mese di agosto si è consumato tra scambi di colpi bassi all'interno del Pdl. La crisi del tra i due del ha una accelerazione incontrollata di tutte le forze politiche della maggioranza e dell'opposizione sulle eventuali alleanze da costruire in caso di elezioni anticipate. Il patto di fedeltà è venuto meno, anche se negli ultimi giorni si tenta alla meno peggio di rimarginare la ferita profonda. Bossi, l'alleato fedele del Premier, rischia di diventare una presenza troppo ingombrante tra i fragili equilibri del Pdl.
La Lega, infatti, è l' unica forza politica a voler seriamente il confronto elettorale, prevedendo in questo delicato momento del Paese, di fare il pieno di consensi nel Nord e magari espandersi oltre il Rubicone. Che dire del centro? Anche lì la situazione è tutta in fermento. Da un lato vi è un forte desiderio di recuperare dal Pdl fino al Pd le anime della vecchia Democrazia Cristiana, dall'altra c'è poca chiarezza nel definire i protagonisti di questa partita. Un' area moderata che comprenda anche Fini fino agli eventuali fuoriusciti del Pd che mal sopportano la convivenza spesso dominante degli ex Ds, oppure un terzo polo solo con Casini e l'Api di Rutelli, con l'incognita di stabilire un centro più spostato a sinistra o a destra. Poi c'è l'incognita del patto di coalizione per una eventuale legge elettorale. In estate vi e' stato un profluvio di letteratura in materia, dal maggioritario sostenuto dai radicali e sostenuto anche dal Corriere della sera al sistema tedesco cui tiene tanto D'Alema.
Lo scopo è per tutti quello di togliere di mezzo l'orrido "porcellum"che sforna nominati dalle segreterie dei partiti e non eletti. A mio avviso, con l'aria che tira, appare assai difficile un accordo a breve. E veniamo al centrosinistra, dove non si riesce ancora a trovare la formula magica per ridecollare, nonostante l'impegno di taluno. Primarie si, primarie no? Nuovo Ulivo, il new labour come dice Bersani, che riceve le critiche di chi non vuole la minestra riscaldata Alleanza a due gambe con Vendola, che crea mal di pancia a molti nel Pd. Scelta del candidato premier con le primarie: e Vendola e' già da tempo in azione infiammando i cuori in giro per l'Italia. Oppure, prima accordo sul programma "di coalizione"?
Mi permetto di dire ai miei amici: "Facciamo presto. La gente non ne può più" . C'è tanta richiesta di coesione, dobbiamo dare fiducia riproponendo un nuovo modello della politica. La crisi finanziaria si è trasformata in una crisi industriale e in una crisi sociale. I temi dell'agenda politica dall'occupazione, alla ricerca, all'ambiente, alle famiglie, alle pini, sono sempre sullo sfondo. La destra sembra fronteggiare la crisi con rassicurazioni del tipo "la crisi è passata" e "la recessione è alle spalle". La sinistra deve impegnarsi in una forte spinta ideale di rinnovamento vero. Non vorremmo dover condividere l'amara considerazione di Berselli che, nel suo ultimo saggio, denunciava come "in tutta l'Europa, anche dove la sinistra governa si trovi al tramonto in una specie di malinconico autunno del medio evo carico di frutti troppo maturi senza idee praticabili ne' riscatto possibile e ci si chiede vanamente perché". Con tutto il cuore spero fermamente che non sia così.

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