Gelo di Bersani: dal governo metodo sbagliato

Dalla Rassegna stampa

L'accordo con tutti, Cgil compresa, Pier Luigi Bersani non dispera di trovarlo ancora.«I I Parlamento è sovrano, lo ha ricordato anche Monti», ripetono a largo del Nazareno dove ieri sera è partito l'ultimo colpo di artiglieria della segreteria in una battaglia che rischia ora di dividere il partito e di trasferirsi nelle aule parlamentari.

A Bersani non è piaciuto il modo con il quale il governo ha svolto la trattativa e anche ieri sera ricordava come dal vertice di maggioranza dì giovedì scorso si era usciti con «il mandato affidato al governo di cercare l'intesa con tutti». Invece, a trattativa pressoché conclusa, Bersani sostiene di «aver avuto l'impressione che ci sia stato un gioco ad escludere». Lo spettro del metodo-Sacconi, ovvero di accordi separati, è tornato ad agitare i sonni della segreteria quando ieri sera Monti ha spiegato in conferenza stampa che «l'accordo c'è con tutti tranne che con la Cgil». «Una forzatura», sostiene Stefano Fassina, che sottolinea i dubbi di Cisl e Uil. Il responsabile economico del Pd riunirà oggi nella sede del partito i parlamentari delle commissioni-lavoro e i sindacati. Il nodo centrale resta quello dell'articolo 18, «ma non solo», spiega Stefano Fassina, che sottolinea l'assenza dalla riforma di tutele per i Cococo, mentre le politiche attive in favore del lavoro sono «poco più di un enunciato».

«Se il governo pensa di non avere margini per ridurre ancora le distanze, ci penserà il Parlamento» ripeteva ieri sera Bersani che per tutta la giornata di ieri ha seguito passo-passo la trattativa parlando più volte sia con Monti e i ministri, sia con il capo dello Stato. Proprio a Napolitano ora il. Pd si rivolge per evitare che la riforma arrivi blindata in Parlamento e sotto forma di decreto come vorrebbe qualcuno nel governo. «Rischiamo un contenzioso che non finisce più se poi le norme verranno modificate», spiega un ex ministro del Pd. Il pasticcio compiuto ieri dal governo sulle liberalizzazioni, sul quale è dovuto intervenire il Quirinale, spinge i democratici all'ottimismo, ma la preoccupazione per l'atteggiamento molto deciso tenuto dal premier nella trattativa fa comunque pensare che i margini di modifica sono molto pochi.

«L'articolo 18 è una bandiera che qualcuno ha voluto issare, ma non serve a nulla e il governo sbaglierebbe a scambiarlo con la coesione sociale», sostiene un ex sindacalista di lungo corso come Savino Pezzotta. «L'interesse generale va messo al primo posto», ribatte Giuseppe Fioroni secondo il quale «ognuno ha rinunciato a qualcosa». La pensa più o meno allo stesso modo il vicesegretario del partito Enrico Letta che, a scanso di equivoci, ha rassicurato il premier sul voto del Pd. La direzione che il partito terrà lunedì si annuncia infuocata e i numeri in Parlamento su cui potrà contare Bersani per condurre la battaglia, rischiano di assottigliarsi. A favore della riforma proposta dal governo non ci sono infatti solo gli ex Margherita e i Radicali di Pannella, ma anche l'ex segretario Veltroni che proprio di recente si è schierato sulla linea del governo.

Stretto tra la Cgil e l'esigenza di sostenere il governo per non rischiare di consegnarlo al Pdl, Bersani sa di avere una sola ma decisiva sponda: il manifesto firmato a Parigi qualche giorno dai democratici e progressisti europei chiamati a raccolta dal candidato socialista all'Eliseo. Se tra qualche settimana Hollande riuscirà a battere Sarkozy, l'attacco al fiscal compact e alla linea rigorista della Merkel, diventerà la leva che Bersani userà per contestare da Bruxelles le politiche «lacrime e sangue» dell'attuale esecutivo tecnico.

© 2012 Il Messaggero. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK

Ti potrebbe interessare anche:

Lettera aperta a Cgil, Cisl e Uil Oggi, all'incontro “Lavoro, visioni a confronto: i candidati sindaco rispondono alle domande di Cgil, Cisl e Uil” avete scelto di non ascoltare le nostre risposte. Non ci avete invitato, ma ci siamo, noi Radicali, siamo fuori con Marco Cappato, anche...
Dichiarazione di Valerio Federico e Alessio Di Carlo, rispettivamente tesoriere e membro della giunta di Radicali Italiani: "Le forze politiche di ogni schieramento non hanno perso l'occasione di approvare alla Camera un provvedimento illiberale che cancell la facoltà per gli esercizi...
Dichiarazione di Marco Cappato, Presidente del Gruppo Radicale - federalista europeo al Comune di Milano, ai margini del Comitato nazionale di Radicali italiani:"Tagliare le tasse sulle imprese fa riprendere l'economia e riduce l'evasione. Tagliare le tasse sulla casa, molto meno. Ma rende più voti...