Garantismo chi ti conosce? Anche i radicali a favore

I radicali eletti nel Pd si sono espressi, come preannunciato ieri, a favore della mozione di “sfiducia” al sottosegretario Giacomo Caliendo. Sfiducia respinta. Una scelta che ha provocato un certo stupore, considerando la tradizione garantista che da sempre caratterizza le scelte politiche del Pr. Proprio nel solco di questa tradizione i radicali, in questa legislatura, sulle questioni di giustizia non hanno certo esitato, in alcune occasioni, ad esprimersi in dissenso rispetto al gruppo di appartenenza. Come nel caso, per citarne uno, del voto contrario alla richiesta di arresto da parte della procura di Napoli nei confronti dell'allora sottosegretario Nicola Cosentino.
Maurizio Turco quella vicenda se la ricorda bene: da membro della giunta delle autorizzazioni alla Camera prima e poi in auòa si espresse con convinzione contro l'arresto del sottosegretario, disattentendo l'indicazione del gruppo. “Non confonderei la richiesta di arresto con una sfiducia”, ha detto Turco ieri.
“Il garantismo si deve collocare all'interno di un quadro di legalità – osserva l'esponente radicale - : questo voto è una sfiducia al governo sulla giustizia, alla cui riforma non si mette mano, se non con leggi d'emergenza. Non è un caso – prosegue Turco – che è lo stesso Berlusconi a dire che , superato questo scoglio, vuole occuparsi di giustizia. E poi – conclude Turco – è stato il premier a portare la vicenda Caliendo come un voto sul governo”. Anche Matteo Mecacci, altro radicale eletto nel Pd, parla del voto sulle dimissioni di Caliendo come un “voto di sfiducia a Berlusconi sulla giustizia”.
Al di là della valutazione, in libertà di coscienza, dei radicali sulle effettive responsabilità che i magistrati imputano al sottosegretario alla Giustizia nell'inchiesta sulla cosiddetta P3, l'impressione che si ricava è che su questa scelta possa aver pesato una valutazione relativa alle condizioni politiche in cui questo voto si svolge: con l'ipotesi di elezioni anticipate ravvicinate, un voto in difformità dal gruppo del Pd potrebbe compromettere la prospettiva di un apparentamento della lista radicale a quelle del Pd. Un rischio che di certo non è stato sottovalutato da Marco Pannella, che continua a guidare con un occhio molto attento e polso fermo le scelte strategiche del partito. Staremo a vedere.
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