Il futuro incerto della nuova Libia

Dalla Rassegna stampa

Dopo oltre 40 anni, è finito il regno di Gheddafi, ma il futuro della Libia resta sospeso nell'aria, come la sabbia quando il vento soffia forte sulle dune del deserto. Un'incertezza che riguarda la dinamica della sua uccisione, ma soprattutto il futuro della nazione. Tutti vorremmo che la guerra fosse finita con la scomparsa del Colonnello, ma non sappiamo come si comporteranno le componenti della società autoctona che hanno mantenuto una certa fedeltà al regime.

L'altra grande incognita riguarda il grado di compatibilità fra le varie anime della rivoluzione. C'è da augurarsi che si giunga a un compromesso tra i vari clan e gruppi etnici che hanno ambizioni non sempre coincidenti, oltre a una capacità di controllo del territorio autonoma. È urgente una nuova leadership in grado di mantenere unita la Libia, altrimenti il rischio è che possano esservi tante entità in antagonismo le une contro le altre.

Cosa dire poi dell'applicazione della sharia, la legge islamica, da parte del nuovo corso?

È imbarazzante pensare che le bombe della Nato siano servite a spianare la strada ai radicali islamici. Una cosa è certa: la morte del rais ha tolto molti dall'imbarazzo. Se fosse stato processato sarebbe stato un grosso problema sia per il Consiglio di transizione nazionale (Cnt), composto in gran parte da suoi ex ministri o generali, sia per le cancellerie di mezzo mondo. Gheddafi aveva una rete di relazioni internazionali che sarebbero state chiamate in causa se fosse stato giudicato dal Tribunale dell'Afa. Forse è per questo che qualcuno ha scritto: «I dittatori non possono che fare questa fine».
 

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