Francia, la disfatta di Sarkozy crolla l'Ump, socialisti primo partito

Dalla Rassegna stampa

La Francia punisce Nicolas Sarkozy, premia la sinistra e rilancia il Fronte nazionale di Jean-Marie Le Pen. Il primo turno delle regionali cambia il quadro politico, rimette in sella una Gauche che approfitta del malumore sociale e che domenica prossima ha la possibilità di fare cappotto e conquistare tutte le ventidue regioni metropolitane.
Secondo le proiezioni della Tns- Sofres, il Partito socialista ottiene la maggioranza relativa (29,5%) e supera l'Ump (27%). Al terzo posto arrivano le liste di Europa Ecologia (12,5%), che sembrano radicarsi nel panorama politico, e dietro di loro spunta l'estrema destra (11,7%), che
ottiene il miglior risultato degli ultimi sei anni. Ma su questi dati pesa un'astensione altissima: il 53 per cento degli elettori ha preferito restarsene a casa.
A livello nazionale la sinistra di governo sfiora il 50 per cento dei suffragi e ieri sera la gioia dei militanti è stata incarnata dal volto radioso di Ségolène Royal, che nel suo Poitou-Charentes ha ottenuto più del 39 per cento dei voti, il miglior risultato dei socialisti su base regionale.
Per tutta la serata di ieri i leader della destra hanno tentato di ridimensionare il voto, ma il primo ministro, Francois Fillon, non ha potuto far altro che lanciare un appello agli elettori moderati per evitare una disfatta nei ballottaggi. L'Ump, del resto, ha di che preoccuparsi: il risultato di ieri è il peggiore degli ultimi anni e il partito unico del centro-destra si ritrova senza un serbatoio di voti per i ballottaggi. Peggio ancora, la destra democratica ha di nuovo la spina nel piede rappresentata dal Fronte nazionale. Tre anni fa, alle presidenziali, Sarkozy era riuscito a portare nel campo democratico gran parte dell'elettorato di estrema destra, che ieri è tornato nelle braccia di JeanMarie Le Pen e di sua figlia Marine. «La debole partecipazione non permette di trarre un insegnamento nazionale da questo scrutinio», ha dettoFillon. Ma le
sue parole mascherano la difficoltà della destra ad ammettere la sconfitta, se non altro per non demoralizzare i propri sostenitori per il secondo turno.
La sconfitta moderata è evidente nei dati nazionali, ma anche in quelli locali: nelle venti regioni che già controlla, la sinistra è praticamente sicura di vincere. E la battaglia è aperta in Alsazia, dove i due schieramenti sono quasi alla pari, e in Corsica, dove molto dipenderà dalle liste autonomiste, che hanno avuto buoni risultati. Dappertutto, i presidenti uscenti sono stati ricompensati dagli elettori: è stato il caso della Royal, ma anche di un barone sui generis come Georges Frèche, escluso dal Ps, ma sostenuto dai socialisti locali e largamente in testa a Montpellier. Con più del 29 per cento dei suffragi, i socialisti possono insomma guardare con sollievo al futuro e il voto regionale conforta la posizione di Martine Aubry. Non era candidata (è sindaco di Lilla), ma ha guidato la campagna nazionale e si è imposta come leader di un partito convalescente, che sta richiudendo le ferite lasciate dalle sue lotte interne.
Infine, il voto di ieri conferma l'emergere dei Verdi come terza forza politica, capace di approfittare del tracollo dei centristi di Francois Bayrou, scesi sotto il 5 per cento. Gli ecologisti sono così riusciti a sedurre quell'elettorato che cerca un punto di ancoraggio tra i socialisti e l'Ump. Un dato nuovo nella politica francese.
 

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