Forza Italia, la frenata di Berlusconi "L'addio al Pdl? Solo una proposta"

Dalla Rassegna stampa

«L’idea del cambio nome del Pdl? È stata equivocata, trattandosi, com'è logico ed evidente non già di una decisione assunta, ma solo di un'idea, di una proposta, da discutere e da verificare nelle sedi proprie». Per il momento il partito sembra possa dormire sonni tranquilli: Silvio Berlusconi smentisce un imminente ritorno a Forza Italia, dopo le dichiarazioni rilasciate nell’intervista-fiume concessa al quotidiano tedesco Bild.

Mentre sul web si sono già scatenati i commenti della base, in via dell’Umiltà cresce la tensione in vista di un possibile colpo di coda del Cavaliere, intenzionato all’ennesima discesa in campo. «Non credo che ci sia una decisione in tal senso ma per me sarebbe una decisione sbagliata -, dichiara diplomaticamente il coordinatore nazionale Ignazio La Russa -. Se si pensa che sia salvifico un salto all'indietro, al '94, quando Fi prese il 21% dei voti e An il 13%, si sbaglia. Il Pdl può prendere anche il 38%, come è accaduto alle ultime elezioni politiche. E Io ho ambizioni più grandi».

In tanti sono convinti che un “remake” sia anacronistico e «un grosso errore politico». «Il consenso degli italiani ha dimostrato negli anni la bontà di quella scelta, danneggiata poi da una parte della classe dirigente, poco disponibile a costruire e radicare un partito legato al territorio e interprete autentico delle istanze dei cittadini – sottolinea Basilio Catanoso –, occorrerebbe, piuttosto, concentrarsi su strumenti e idee per restituire a quella splendida intuizione del presidente Berlusconi la spinta propulsiva e il consenso elettorale».

E se Gianfranco Rotondi non molla e rivendica quello che ironicamente definisce «il rottame» del partito, a fronte della svolta “novantaquattrista” lanciata dall’ex premier, dal centro Rocco Buttiglione cerca conferme delle scelte passate: «Se Berlusconi torna a Forza Italia vuol dire che il progetto del Pdl è fallito, e quindi ben avevamo fatto noi dell'Udc a non imbarcarci in quella avventura». «Io in Forza Italia non ci vado. Alleati sì, sottomessi mai», scrive su Twitter il deputato ed ex ministro Giorgia Meloni.

Dalle colonne di “Repubblica” il sindaco di Roma Gianni Alemanno invoca le primarie («che servirebbero al Cavaliere per rilanciarsi») e definisce «incomprensibile un’inversione a U del partito così repentina», ricordando che «solo un anno abbiamo eletto Alfano con la chiara indicazione di una successione». Altero Matteoli, invece, frena le polemiche e ricorda che «non sono i nomi che determinano le vittorie dei partiti, ma i programmi e del resto, quando qualcuno ha pensato di ripresentare il simbolo della vecchia Dc mi pare che non sia andato da nessuna parte».

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