Forum delle famiglie: il Cavaliere non venga più, ci imbarazzerebbe

Dalla Rassegna stampa

La scomunica arriva nel pomeriggio. La presenza di Silvio Berlusconi alla conferenza sulla famiglia «ci imbarazza». Una rasoiata di quelle che fanno sanguinare, un "non expedit" pronunciato dal presidente del forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, mite sociologo e studioso cattolicissimo della famiglia e dei problemi annessi e connessi, autore di numerose pubblicazioni in materia, membro dell’ufficio per la pastorale della famiglia della Cei. Palazzo Chigi e il sottosegretario alla famiglia Carlo Giovanardi ci hanno visto lo zampino, di più, la mannaia di Oltretevere e hanno dovuto se non incassare certamente prendere atto della reprimenda. «La Cei ha fatto trapelare la propria contrarietà alla presenza di Berlusconi, non potendolo dire direttamente ha comunque fatto arrivare il messaggio», è la tesi di Pier Luigi Castagnetti, l’ultimo segretario del Ppi che di cose cattoliche si intende. Si tratta, per inciso, delle stesse organizzazioni che dettero vita al Family day in pieno governo Prodi, che funzionò da calamita irresistibile per alcuni ministri di allora come il cattolico Fioroni che in piazza si fece vedere e fu visto e applaudito, mentre sul palco fece bella mostra di sé Berlusconi allora all’opposizione. Adesso il forum della famiglia lo scomunica e lo butta giù dal palco, anzi non vuole neanche che ci salga. Senza ricorrere a paroloni, ma senza girarci attorno, Belletti ha spiegato con dovizia di argomentazioni il proprio "non expedit" alla presenza berlusconiana al forum familiare previsto da lunedì a Milano, dove il premier dovrebbe addirittura aprire la conferenza. La presenza di Berlusconi era prevista da tempo, ricorda Belletti, «lo abbiamo giudicato come un segno di grande attenzione alla famiglia». C’è però un ma, che i recenti avvenimenti legati a escort e via vai di ragazze in quel di Arcore hanno fatto venire alla luce. «A questo punto la sua presenza ci imbarazza, è un fatto delicato, il dibattito sui comportamenti pubblici e privati del premier non ci vede in sintonia», martella il presidente del forum della famiglia. Arriva anche l’aut aut: «Non ce la sentiamo di dire "non si deve presentare", ma da qui a lunedì mattina, quando è in programma il suo intervento, Berlusconi deve mandare un segnale diverso da quanto ha fatto finora, deve fare una dichiarazione di impegno forte di distinzione fra la vita privata e l’impegno pubblico». O si pente o alla larga. Vengo anch’io, no tu no. Sicché al povero Giovanardi organizzatore dell’evento non è rimasto che perorare ugualmente la causa della partecipazione berlusconiana sostenendo che «la presenza del premier è un valore aggiunto», con annessa stilettata ai media: «Invece di concentrarsi su importanti questioni che riguardano milioni di italiani enfatizzano soltanto sterili polemiche». Il "non possumus" non poteva passare inosservato. «E’ il minimo che potessero dire», ha rimarcato Pier Luigi Bersani, «il premier concepisce la donna come dopolavoro del maschio e gli omosessuali da disprezzare». Il leader del Pd vede un’ulteriore indebolimento di governo e maggioranza, si rivolge a Fini e lo invita a «staccare la spina, non è più tempo di tattiche e tatticismi». «Berlusconi se ne stia a casa, non ha i requisiti morali per partecipare a un appuntamento del genere», rincara Leoluca Orlando dell’Idv. Replica in serata Eugenia Roccella sottosegretario alla Salute e cattolica ultrà: «L’unica cosa che imbarazza sono l’aborto e i matrimoni fra gay», contrattacca, ma non può certo essere un appunto mosso ai cattolicissimi organizzatori del forum. Una sorpresina l’hanno in serbo i radicali, che per lunedì annunciano un sit-in di protesta fuori la sede della conferenza milanese, con Emma Bonino a guidare la contestazione.

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