Formigoni: Pdl e Lega compatti. Boni presidente del consiglio

Dalla Rassegna stampa

 

Alla fine il grande assalto del Carroccio non c’è stato. O per meglio dire è stato contenuto. Pdl e Lega, hanno trovato un accordo e il primo Consiglio regionale della nuova legislatura si è concluso senza sorprese di sorta. Alla presidenza dell’assemblea siede il leghista Davide Borri, eletto con 49 voti. I due scranni di vicepresidente toccano al diessino Filippo Penati (il rivale di Roberto Formigoni sconfitto alle ultime elezioni) con 27 voti e a Franco Nicoli Cristiani, Pdl, con 50 voti. Ce l’ha fatta anche Massimo Ponzoni eletto segretario con 44 voti (5 in meno della maggioranza di centrodestra). In cambio dell’appoggio sul nome di Ponzoni, la Lega ha ottenuto la delega ai Giovani, in mano a Massimo Buscemi.
Finisce nelle mani dell’unico assessore donna, la leghista, Monica Rizzi. Eletto segretario anche Carlo Spreafico, Pd, con 27 voti. Escluso dall’Ufficio di presidenza, l’Udc che protesta polemicamente contro il Pd. «Una prova di forza e di compattezza della maggioranza - attacca il governatore Formigoni - che ha eletto a pieni voti il Presidente del Consiglio regionale. Siamo partiti con il piede giusto. Una bella giornata per la maggioranza, una bella giornata per la democrazia».
Si apre la nona legislatura. Senza Inno di Mameli come invece avevano chiesto i consiglieri del Pd. Gli 80 eletti arrivano alla spicciolata. Per 43 è il battesimo del fuoco. Il più giovane è Renzo Bossi, il più anziano è Giancarlo Abelli a cui spetta dirigere i lavori. Già dalle prime battute si capisce che non ci saranno sorprese di sorta. L’unico imprevisto è l’irruzione del radicale Marco Cappato, che dall’area riservata alla stampa ha iniziato a gridare: «Questo è un consiglio regionale abusivo e illegale».
Il riferimento è alla vicenda della presentazione delle liste per le elezioni del 28 e 29 marzo, da cui sono stati esclusi i radicali e anche la lista legata a Roberto Formigoni, poi però riammessa dopo un ricorso
al Tar. Per il resto, la seduta si trascina abbastanza stancamente. Tutti gli occhi sono puntati sul doppio debutto di Nicole Minetti, l’ex soubrette di Colorado Cafè, fortissimamente voluta dal premier Silvio Berlusconi nel listino bloccato e di Renzo Bossi, figlio del leader della Lega, Umberto. L’unica dichiarazione che ha rilasciato la Minetti (oltre a un «sono emozionata») è stata la lettura dell’appello in aula. I due, infatti, in qualità di consiglieri più giovani (Renzo 21 anni ancora per un mese e Nicole 25) hanno fatto i segretari nelle votazioni per eleggere l’ufficio di presidenza dell’aula: Una leggeva, l’altro scriveva.

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