Formigoni insulta un consigliere l'opposizione abbandona l'aula

Chi si aspettava un po' di chiarezza sul caso Boni ieri in Consiglio regionale è rimasto deluso. Il dibattito in aula sulla mozione presentata dalle opposizioni di centrosinistra che chiedevano al presidente del Consiglio della Lega, indagato dalla Procura per corruzione, di fare un passo indietro si è trasformato solo in uno scambio di insulti. A rubare la scena a Boni, infatti,è stato Roberto Formigoni. Chiamato in causa dal capogruppo dell'Idv Stefano Zamponi che lo accusava di essere stato rinviato a giudizio per diffamazione contro i Radicali e di non aver mai fatto altro nella vita che il politico, il governatore ha perso le staffe. «Pirla, informati» ha reagito a caldo. Poi ha aggiunto: «Mi correggo: lei è un bugiardo». Epiteto che a Formigoni è costato un richiamo ufficiale dal presidente supplente Carlo Saffioti del Pdl, che aveva osato chiedere al governatore di scusarsi. Di fronte alle proteste dell'esponente dipietrista, il governatore ha rincarato la dose: «Dare del pirla a Zamponi non è reato, io ho lavorato nella mia vita», citando alcune sentenze del Tribunale. «Io bugiardo- ha reagito Zamponi, che ha sfidato Formigoni - ?Voglio un giurì d' onore». Troppo per l'opposizione che a quel punto per protesta è uscita dall'aula, tranne l' Udc. «Dito medio, inculati e pirla: vogliamo un altro presidente - ha reagito con imbarazzo il capogruppo del Pd in Regione Luca Gaffuri - . Tempo fa, alla folla che lo contestava, Formigoni ha mostrato le corna e il dito medio, la scorsa settimana si è rivolto al capogruppo dell'Udc Gianmarco Quadrini sostenendo che quest'ultimo aveva "inculato" il centrosinistra. Oggi con tutti i problemi che dobbiamo affrontare in una regione in difficoltà e con dieci rappresentanti indagati, viene in aula e invece di partecipare al dibattito, offende un capogruppo e se ne fa una ragione. Basta volgarità. E basta questo presidente». Poco prima Davide Boni, che la scorsa settimana si era seduto nei banchi della Lega, aveva aperto la seduta come se niente fosse ribadendo la sua «estraneità ai fatti e la piena fiducia nel lavoro che sta facendola magistratura» e confermando l'intenzione di non voler fare «alcun passo indietro». Parole che hanno convinto ancora una volta la maggioranza di centrodestra, che ha respinto convinta (un solo franco tiratore nel segreto dell'urna) la mozione di sfiducia di tutto il centrosinistra. Non l'opposizione che ha votato sì altrettanto compatta. E dire che prima dell'inizio della seduta la posizione di Formigoni era sembrata più vaga: «Non ho idea di cosa dirà Boni, ma spero che le sue spiegazioni siano convincenti».
Chiara Cremonesi di Sinistra Ecologia e Libertà alla fine è delusa. «È stata una mattinata terribile - ha commentato-, terribile per il senso smarrito dell'istituzione, terribile per la democrazia stessa. Formigoni che insulta un consigliere tra gli applausi e le risa della sua maggioranza hanno segnato davvero il punto più basso». Anche perché, come sottolinea il segretario regionale del Pd Maurizio Martina, in molti si aspettavano altro. «Abbiamo da- vanti un problema politico e abbiamo perso ancora un'occasione - ha spiegato l'esponente del Pd - dovevamo dare un segnale unitario e un'opportunità politica per tutti distinguendo situazioni personali e responsabilità istituzionali». Accusa che la maggioranza non ha nemmeno preso in considerazione. «Non ci sottraiamo al dibattito -ha replicato il capogruppo del Pdl Paolo Valentini - questa maggioranza è qui per confermare la propria compattezza». Con il caso Boni, ha aggiunto il leader della Lega in Regione Stefano Galli «siamo di fronte all'ennesimo processo mediatico. A un attacco più politico che giudiziario, al solito teorema». Frasi pronunciare in un aula quasi frastornata dove sedevano tranquillamente nei rispettivi banchi molti dei consiglieri regionali indagati. Oltre ai leghista Boni, i pidiellini Angelo Giammario, Nicole Minetti, l'assessore regionale Romano La Russa per nulla turbati e l' ex Pd Filippo Penati. Una scena che ha lasciato l'amaro in bocca a molti.
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