"Folle uscire dall'euro, Pil giù del 30%"

Dalla Rassegna stampa

Lo dice a margine di un evento all’Università Bocconi, “L’Europa scommette sui giovani imprenditori”, per celebrare la Festa dell’Europa. «L’Ue così com’è non può funzionare», ma «è folle chi dice di voler uscire dall’euro, se capitasse abbiamo calcolato che ci sarebbe un arretramento del Pil del 30%, vorrebbe dire un passo indietro di 20-30 anni». Da europeista convinto, come si è sempre dichiarato, Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha ribadito la sua fiducia nella moneta unica. L’Europa così com’è non può funzionare, «ma l’euro costituisce la manifestazione più avanzata del processo della volontà unitaria, una forza trainante dell’integrazione politica». Ieri il presidente di Confindustria ha lanciato un messaggio alle istituzioni, sia al nuovo Governo italiano che alla Ue: «Dobbiamo volgere lo sguardo al futuro e quello che può essere fatto per una vera integrazione europea. Il persistere della crisi, gli effetti sempre più negativi che sta producendo hanno mostrato i limiti di politiche troppo incentrate sul rigore e stimolato un dibattito europeo sulla fondatezza delle misure di austerity». Ed è andato oltre: «C’è la necessità di trovare il giusto equilibrio tra rigore e sviluppo». La crisi ancora morde, la disoccupazione, ha sottolineato ieri Squinzi, è all’11,6%, con quella giovanile che da noi ha raggiunto la «preoccupante» soglia del 39 per cento. «In questo contesto appare del tutto evidente che occorre cambiare marcia. E occorre farlo con la massima urgenza perché il tempo stringe, le imprese sono sempre più in difficoltà e la disoccupazione aumenta ogni giorno di più».

Un invito rivolto al governo, ma anche all’Unione europea: «bisogna rimettere al centro dell’agenda il rilancio della crescita e moltiplicare, pur continuando ad avere un occhio vigile sulla stabilità dei conti, gli sforzi per ricondurre l’Europa su un percorso capace di far ripartire l’economia e creare nuovi posti di lavoro, soprattutto tra i giovani». E Squinzi ha ancora insistito sulle giovani generazioni: «Per dare una speranza a giovani come voi - ha detto rivolto alla platea - bisogna proseguire nel sentiero tracciato dai padri fondatori, per avanzare nel progetto europeo da loro ideato ed assicurare a voi giovani un’Europa in grado di rispondere concretamente alle sfide del XXI secolo». Rimettere al centro la crescita, con una politica europea che accanto al rigore aggiunga la «definizione ed implementazione di un industrial compact diretto a migliorare le sinergie tra le azioni Ue e le politiche industriali degli Stati membri, oltre ad assicurare più forte integrazione e coordinamento tra le diverse politiche europee». Squinzi ha riparlato di Stati Uniti d’Europa ed ha detto di condividere l’idea del ministro degli Esteri, Emma Bonino, «di una federazione leggera che richiami il federalismo di Schumann, Spinelli e Adenauer, ma che tenga conto della realtà di oggi». Ue e Governo italiano quindi devono agire.

E tornando dentro i confini, alla domanda di un giornalista se una condanna di Silvio Berlusconi al processo Mediaset sui diritti tv possa influire sulla tenuta del Governo, Squinzi ha risposto: «Mi auguro di no, perché rimettere in discussione l’assetto che è stato trovato sarebbe estremamente pericoloso per l’economia reale».

 

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