Fisco e lavoro, patto governo-sindacati

Un patto per portare il paese fuori dalla crisi e per valutare insieme tagli e risparmi alla spesa pubblica. I segretari di Cgil, Cisl e Uil - Camusso, Bonanni e Angeletti - ieri mattina sono saliti al piano nobile di Palazzo Chigi e questo hanno proposto, nella sostanza, al presidente del Consiglio Enrico Letta. Il comunicato congiunto e le dichiarazioni rilasciate all’uscita ai cronisti, non dicono molto di più e soprattutto - come ha specificato nel pomeriggio Angeletti - «dettagli non ce ne sono», perché l’incontro ha avuto un carattere interlocutorio e sarà foriero di sviluppi quelli sì di dettaglio - in successivi appuntamenti, a breve.
Tuttavia gli argomenti affrontati sono noti e già erano stati segnalati all’attenzione del governo nella manifestazione unitaria di sabato scorso a piazza San Giovanni, a Roma. L’emergenza delle emergenze resta - ovviamente quella del lavoro, specialmente giovanile. Il premier - stando a quanto riferito dai sindacati «ha confermato l’intenzione di adottare un provvedimento che incentivi le assunzioni dei giovani a tempo indeterminato e ha ribadito l’impegno per giungere rapidamente alla definizione del tema degli esodati e sulle vertenze in corso».
«A questo riguardo - ha raccontato Raffaele Bonanni ai microfoni della trasmissione Baobab di Radio 1- abbiamo detto a Letta che il piano Giovannini va bene, ma come segno, per dire che si è attenti alla parte più debole del paese, cioè i giovani. Ma per il lavoro serve il rilancio dell’economia e in ordine a questo obiettivo servono iniziative forti, a partire dal fisco».
I sindacati hanno anche detto che il miliardo stanziato per le politiche giovanili è qualcosa «ma è troppo poco» e tuttavia sono tutti consapevoli «che i soldi mancano» . Lo stesso presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, parlando in tutt’altro contesto, ha sottolineato esattamente la stessa cosa e con le stesse parole: «Un miliardo di euro? Secondo me è un inizio, ma non è certo una cifra esaustiva».
Le politiche dell’occupazione e della crescita, dunque, richiedono risorse e investono direttamente la materia tasse e costo del lavoro. «Tant’è - ha spiegato Bonanni - che noi abbiamo chiesto di fare un’iniziativa forte sul fisco, che è diventato ormai un ostacolo grande alla nostra economia. Abbiamo chiesto di apri- re una fase di revisione profonda della normativa e di sgravare fortemente i lavoratori è i pensionati dal fisco e anche le imprese che intendono investire, se no ci avviteremo sempre di più. La pressione fiscale ha ormai bruciato i consumi e nel nostro paese il manifatturiero non ce la farà se non si ripristinano i consumi». Parlando della stessa Materia Giorgio Squinzi si è spinto addirittura nell’indicare in ben 10 punti l’entità del taglio necessario al costo del lavoro .
Ma tutto questo non si può fare se non si identificano risparmi alla spesa pubblica e metodi per recuperare l’evasione fiscale, e qui il sindacato propone al governo un patto: «Al premier - è sempre Bonanni a parlare - abbiamo proposto un patto con sindacati e imprese per costruire un’energia positiva affinché tutti convergano sullo stesso obiettivo, altrimenti le lobbies e i poteri forti faranno il comodo loro».
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